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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2013
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro frizzante, ironico e a tratti anche comico. La storia di base ha un che di inquietante (trovare delle ossa di una mano dentro le canne di un organo non è certo la più felice delle esperienze) ma l'autore riesce a dissimulare tutto con quel tocco di ironia che accompagna il lettore per tutto il libro. Anche nel finale, nel quale si spiega tutto l'accaduto in una maniera bizzarra e umoristica, prevale l'intento dell'autore di lasciare sulle labbra del lettore un sorriso divertito. A sottolineare il tratto comico del libro sono naturalmente le varie tipologie di personaggi che hanno tutti un che di ridicolo, a partire dall'oste Tano Il Turco Tirchio fino ad arrivare al sagrestano l'Angiul o ai maldestri malviventi. Nell'intreccio è ben inserita anche una vicenda amorosa che, con i suoi alti e bassi, allieta ancora di più la lettura.
Ho aspettato tanto a leggerlo..me lo volevo proprio gustare. Ed è stato il piccolo gioiellino che speravo. Come i quadri di Bruegel, brulicanti di persone, animali e oggetti, così è stata questa “finestra” su un mondo che non c’è più. Oltre i simpaticissimi personaggi principali (W Tano!!!), protagonista è il paesino con la sua folla vociante. Mi piace questo lasciare tanto spazio alle chiacchiere di paese, come se il villaggio fosse un microcosmo pulsante di vita. Me le sono proprio immaginate queste viuzze e questa chiesetta, la taverna, l’organo, anche se più che in epoca napoleonica, mi sembrava di stare in un allegro Medioevo…. Piacevolissima immersione in questo mondo vitale che tanto ricorda i piccoli borghi in cui ancora oggi si conosce vita, morte e miracoli di tutta la comunità, “foresti” compresi. Scrittura sempre attenta a chi legge, che non sale in cattedra, ma ti accoglie come se fosse il tinello di casa sua, con un bel focolare acceso e un pentolone, fumante di spezie, pronto per essere servito. Il mistero, in fondo, è solo un pretesto per sbirciare un po’ nelle vite quotidiane di questi Melegnanesi e sentirsene partecipi. Mi piace pensare che questo romanzo, insieme a “Il cane del Santo”, sia solo il secondo tassello di un mosaico che spero Lele vorrà completare in futuro. Attendo nuove piccole gemme dell’entroterra lombardo
Partiamo dalla considerazione che ci vuole un certo sforzo di volontà per definirlo un noir...ma meglio così, perché il noir non è tra i miei generi preferiti, e infatti devo ammettere di essere partita un po' prevenuta, e di aver rimandato acquisto e lettura proprio per questo. Ma si sa, le etichette lasciano il tempo che trovano. Naturalmente non ho capito una sola parola in dialetto xD, nonostante viva al nord da 4 anni, il mio orecchio ha una resistenza particolare ai dialetti lombardi! Comunque una storia piacevole, ricca di ironia garbata (dev'essere un marchio di fabbrica "milanese" - intendo l'area - perché in certi punti è davvero uguale all'ironia manzoniana, naturalmente nella caratterizzazione dei personaggi, che è il punto forte di entrambi), divertente e appropriata. Devo dire che forse la cosa che ho apprezzato maggiormente è la presenza di molte descrizioni di paesaggi, fenomeni naturali, immagini della natura, rese davvero bene e poeticamente. Si vede che l'Autore è abituato ad osservare i luoghi e i fenomeni atmosferici con attenzione e amore per la natura. E si capisce anche che è una buona forchetta xD che fame che mi ha fatto venire col personaggio di Tano e i suoi piatti superlativi! Forse è proprio Le Turc il mio personaggio preferito. L'unico difetto che posso imputare al libro è il finale un po' frettoloso, anche se sicuramente la chiusa è ad effetto.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Gaspare, manovale dei Serassi costruttori d'organo, davanti ad un succulento piatto di risotto col piccione scopre che è tutto sbagliato. Le ossa ritrovate nelle canne dell'organo non sono quello che sembrano. Non appartengono ad un colombo bensì ad una mano. Come sono finite cinque dita in altrettante canne dello strumento musicale? Nella Melegnano ottocentesca del periodo post napoleonico Tano, il locandiere siciliano immigrato che parla solo il siciliano, Malalingua, il suo traduttore con la sci, L'Angiul sacrista, Enrico detto Il marchese, megalomane carceriere del castello, e la bellissima Cecilia aiuteranno, senza volerlo, Gaspare a svelare un mistero di cui tutti ignorano, fino alla fine, l'esistenza.
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