La famiglia Seltzer appartiene all'antica stirpe Cannibale-Americana, da sempre perseguitata. I suoi componenti devono mantenere il più stretto riserbo sulle loro origini, per evitare le tragedie che dalla notte dei tempi hanno segnato la storia del loro popolo. Un popolo fiero delle proprie tradizioni, la più importante delle quali consiste nel consumare il corpo dei defunti affinché possano vivere in eterno… Settimo Seltzer ha fatto qualsiasi cosa pur di scrollarsi di dosso questa eredità, ma ora è giunto il momento più temuto: la sua ingombrante madre sta per andarsene e, per scongiurare il pericolo di lasciare agli eredi solo quattro ossa da rosicchiare, negli ultimi anni ha mangiato così tanto da avere assunto proporzioni ciclopiche. Ora Settimo e i suoi undici fratelli sono intorno al suo letto di morte, in attesa che pronunci quelle parole: Mangiatemi! Al di là dell'aspetto morale, dal lato pratico si tratta di un mucchio di carne rossa che, è noto, non fa certo bene alla salute. E poi: Secondo è kosher, Nono è vegano, Primo la odiava troppo per assaggiarne anche solo un pezzetto e Sesto è morto. Solo Zietto, uno dei massimi esperti delle leggi Cannibali, può prendere il controllo della situazione. I fratelli andranno fino in fondo? O spezzeranno per sempre la catena che li lega ai loro cari e al loro popolo?
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Assolutamente consigliato!! L'autore parte del pretesto della famiglia cannibale per fare in realtà un'analisi ironica ma anche cinica della società in generale, dei rapporti tra bianchi e persone di colore in USA, di persecuzioni razziali e voglia di riscatto che l'America sembrerebbe offrire, e del complesso legame che una madre può avere con 13 figli diversi. E fino all'ultimo ci si chiede se questa "società cannibale" esista davvero persino nel mondo fittizio del romanzo... Nel complesso è uno stile canzonatorio che mi ha ricordato un po' Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer.
Davvero che delusione!!! Speravo di trovare un libro divertentissimo ed intelligente, invece ho letto un libro noioso e tristissimo