"Un banale numero era riuscito a condizionarle l'esistenza. Ardeva di desiderio verso quello scellerato traguardo, così come attrazione e repulsione la legavano al gatto-numero-quaranta dei suoi incubi". "Il male oscuro. Il gatto n. 40 è come un sogno. Immagini, sentimenti, ricordi e modi di essere si dispiegano condensandosi nel viaggio di Sveva. Lei fugge da sé e dall'immagine che riflette sulle persone che ama. La sua delicatezza e le sue paure la spingono in una solitudine che è foriera dell'angoscia di morte. Ma è viva e l'amore poco a poco la scalderà di nuovo per restituirle la sua forza". (Dalla Premessa di Manola Albanese Albanese).)
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