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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2012
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Giulio Mozzi è uno dei più grandi scrittori italiani di racconti, viventi e no. Chi ama i racconti, non può non leggere Il male naturale - come del resto tutti le sue raccolte e lavori. la prosa sempre interessante, pulita, mai noiosa, ma sempre vivace. Gli spunti unici e intelligenti fanno di ogni suo lavoro un testo unico. Se lo Strega fosse ancora un premio degno, Giulio Mozzi lo avrebbe già vinto.
Non si fa apprezzare tanto per lo stile, dominato dalla reiterazione e dal lessico piano, quanto per il contenuto. L'autore firma un pugno di racconti, anche in forma di versi, dominati dal tema del male. Il male "naturale", per Mozzi, è esclusivamente legato al corpo e al comportamento, non ha dimensione etica né morale. Di qui scaturiscono narrazioni talvolta sgradevoli e disturbanti, molto personali. In coda al volume, la ricostruzione delle vicende che portarono all'accusa di oscenità il racconto "Amore" e alla relativa interrogazione parlamentare.
“Il male naturale” dice già tanto. C’è questa cosa che è il “male”, che tutti conosciamo e che ci sforziamo di relegare in un angolo della nostra esistenza; poi c’è “naturale”, della natura, normale. Terminata la lettura, la sensazione è stata quella di aver assistito a una rappresentazione teatrale, o a un film: la scrittura senza fronzoli, realistica, a tratti ipnotica è riuscita a farmi vedere i personaggi in maniera sfuocata: assolutamente credibili e allo stesso tempo contenitori di volti che conosco; Leggendo le prime righe mi sono trovato dentro una storia già iniziata e chiudendo il libro ho avuto la certezza che la storia non fosse terminata, ho raccolto una serie di indizi ma non uno svolgimento tendente a un finale rivelatore, le verità sono sparse lungo le righe e forse messe in discussione da altre righe. Si tratta di una serie di racconti con “il male” come comun denominatore; il male non viene glorificato, né reso sensazionale, né giustificato, né analizzato alla ricerca della sua origine. Il male viene descritto. I racconti parlano di un male basico, a volte banale, privato, quotidiano, a volte universale, perpetuo, violento. Il male è: pus, malattia, bitorzoli, tradimenti, incomprensioni, prigione, pazzia, dolore, decadimento, smarrimento, solitudine, desiderio proibito, senso di colpa, inadeguatezza, insito nella carne, da questa parte e a questa ritorna, il male è presenza costante, ha a che fare con la perdita, il male ci viene addosso e dentro e intorno ed esserne consapevoli non aiuta a eliminarlo, forse aiuta a conviverci. Leggere questi racconti e considerarli minuscoli granelli di esistenze vere, ci costringe a guardare la realtà, a guardarci dentro: troveremo il male intorno a noi e dentro noi. Credo che questa raccolta di racconti sia destinata a balzare continuamente agli onori della cronaca, si assopirà, si sveglierà, arriverà a diverse persone, mai tantissime, si assopirà nuovamente, si sveglierà ancora… nel bene e nel male(naturale)
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