La crisi del paradigma classico della medicina e il progresso del sapere medico hanno causato la perdita del concetto unitario di malattia: il difficile problema della definizione della malattia e della sua classificazione.
Dapprincipio era la coppia vita-morte che esauriva l'ambito delle questioni relative alla sanità dei corpi. La grande medicina classica sostituì poi, a quella, la contrapposizione salute-malattia. Oggi, la dinamica della clinica nella società porta a sfumare anche la linea discriminante che separa quest'ultima coppia di concetti. Cos'è una malattia? Cos'è normale, cos'è patologico e cos'è anomalia? Come classificare le malattie e quali schemi eziologici adottare? Come affrontare le complesse connessioni tra la malattia intesa quale realtà ontologica e la sua rappresentazione mentale e sociale? Le questioni che questo libro indaga sono state aperte da due ordini di crisi: da un lato la crisi del paradigma classico della medicina, il modello meccanicistico anatomo-patologico, secondo cui la malattia sarebbe semplicemente come il guasto di una componente di un meccanismo, a cui si sono contrapposti via via nel tempo modelli alternativi, ma mai decisamente fondanti; dall'altro lato il progresso stesso del sapere medico che ha comportato la scoperta di nuove malattie dalla natura patologica problematica (le malattie psicosomatiche, ambientali, l'AIDS, i morbi degenerativi, la sindrome da fatica), e la capacità di disporre terapie e interventi tali da permettere di convivere a lungo con malattie che in questo modo diventano quasi forme specifiche di vita normale, o addirittura passibili di far diventare oggetto di cura manifestazioni che in altri tempi non sarebbero nemmeno state catalogate come difetti. Il problema della definizione della malattia diventa allora importante sia sotto il profilo etico, per l'aura di tabù e di discriminazione che inevitabilmente ogni malattia si porta dietro, che sotto il profilo sociale, per l'importanza che la decisione pubblica ha ormai nella difesa di ciò che, di volta in volta, è da considerarsi come salute.
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