Speaker Cenzou – al secolo Vincenzo Artigiano, nato e cresciuto all'ombra del Vesuvio – nel 1999 da alla luce “Malastrada" il suo secondo album, dopo il successo di critica e vendite de "Bambino cattivo", del '96 : “più che un disco è un progetto", un lavoro corale, spiega l'autore. E infatti in "Malastrada" ci sono un sacco di ospiti che intrecciano la loro voce a quella di Speaker Cenzou, con risultati apprezzabili. Citiamo, pescando nel mucchio, Meg dai 99 in "Mancanza di tatto" e "Giù la maschera". Poi ci sono Ilaria Graziano (nel primo singolo, "Qui", e anche in "Give me a little love"), e Sacha Ricci (anche lui già collaboratore dei 99 Posse). Speaker Cenzou, ha esordito a 14 anni, ospite dei 99 in "Curre curre guaglio'", ha poi lavorato con Neffa, Sottotono e i Messaggeri della Dopa. Portando finalmente luce e visibilità sulla scena hip hop napoletana "Amo le scommesse che tutti danno per perse: quando vinci, vinci il doppio", sostiene Cenzou. Malastrada è un disco godibile anche se non si è degli esperti del genere: i testi sono intelligenti, raramente costruiti su luoghi comuni, è ben suonato e ben cantato, e ha dei tocchi di genialità. Come in "Dal palmo del mio consanguineo": una sfilza di versi, urletti e risate che lasciano immaginare il ghigno divertito di chi, in studio, stava registrando il brano. Questa canzone farebbe ridere - o almeno sorridere - chiunque, e rappresenta un punto a favore di Speaker Cenzou: che, filosofo come la maggior parte dei napoletani, sostiene che "Il rap non deve dimenticare mai una regola fondamentale: è anche intrattenimento. La conoscenza, la consapevolezza e la responsabilizzazione devono camminare insieme, e l'approccio deve essere fluido". Un esempio di coniugazione di concetto , groove e messaggio, lo ritroviamo nella hit “o’ purp adda cocere int’a l’acqua soja” una ballata soul che prende spunto da un detto della tradizione napoletana, che invita l’ascoltatore a prendersi il tempo giusto per razionalizzare gli eventi della vita, senza dimenticare di sorridere anche dinanzi alle difficoltà, e avere un approccio positivo e resiliente, questo album ha ispirato generazioni di rapper venuti dopo che riconoscono in Cenzou un capostipite e un originatore del suono urban napoletano.
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