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Vent'anni di "nuova" pratica psichiatrica italiana vengono ripensati e analizzati, in questo volume, da un vertice pressoché esclusivamente sociale. Il pretesto è dato da una ricerca "sul campo" che ha indagato stereotipi e pregiudizi nei confronti della malattia mentale fra gli abitanti di tre quartieri bolognesi che differiscono fra loro per almeno tre variabili: censo, socializzazione ed esposizione ai "matti". Viene così evidenziato come, nel ricorrere alle impercettibili mappe mentali dell'emarginazione, le persone tendano a raggruppare fra loro categorie anche eterogenee della diversità: malati mentali, tossicodipendenti, senza fissa dimora vengono assimilati fra loro e, presi nel loro insieme, differenziati dall'universo "normale". Tuttavia, più è alta la possibilità di incontro e frequentazione con i malati di mente, più questa percezione di un universo omogeneamente deviato si arricchisce e si fa complessa. La ricerca è interessante e ben condotta, anche se non porta a conclusioni rivoluzionarie. In fondo, ci si poteva attendere qualcosa di simile sulla base di un sensibilissimo e specifico indicatore sociale: la barzelletta. Non ci siamo forse accorti che, dopo la "legge 180" sono scomparse le barzellette sui "matti"? Pierluigi Politi
scheda di Politi, P. L'Indice del 1999, n. 03
In questo volume viene ripercorsa la storia della questione psichiatrica fino ai giorni nostri, nell'era del "dopo manicomio", cercando di cogliere le articolazioni tra la formazione di stereotipi sui malati di mente e dinamiche sociali. Attraverso una serie di indagini sulla percezione "profana" del disturbo mentale e del malato di mente si cerca di capire come la gente "comune" si pone di fronte al problema di questa particolare malattia e a colui che ne porta su di sé i segni, quali sono i sistemi di opinioni e di credenze elaborati e quali comportamenti attuati dalle persone "normali" nelle interazioni reali o potenziali con i pazienti psichiatrici nei diversi contesti della vita quotidiana. Obiettivo del testo è dunque quello di individuare le azioni che possano favorire il processo di integrazione dei malati di mente, delineare le strategie di intervento che le istituzioni responsabili devono realizzare e presentare le modalità con cui una comunità locale "competente" può farsi carico di tali problemi.
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