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Libro affascinante che approfondisce molti aspetti del comportamento animale con rigore scientifico in un testo piacevolmente scorrevole . Molto interessante e coinvolgente la descrizione che l'autrice fa del pensiero autistico raccontandolo in prima persona. Leggendo questo libro ti viene voglia di conoscere l'autrice che, nonostante le difficoltà comunicative legate all'autismo , ha saputo trasmettere con grande efficacia una ricchezza interiore decisamente al di sopra della norma .
Libro interessante per chi sente la necessità di capire più a fondo i sentimenti e le espressioni non verbali degli animali.Pieno di notizie sulle persone "non normali" e del loro personalissimo approccio alla vita.Per cercare di capire che non siamo gli unici padroni di questo bellissimo e misterioso pianeta.
Bello. Un libro che ti cattura ad ogni pagina, un misto di cuore e di scienza. Non perdetevelo.
Recensioni
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Concepito come contributo teorico all'etologia cognitiva e articolato in capitoli tecnici, anche se con ampi passaggi narrativi, La macchina degli abbracci è in realtà un manifesto animalistico e psichiatrico, una tenace rivendicazione della dignità di due comunità per più versi minoritarie e subalterne: la comunità degli animali, in particolare gli animali da preda e da macello, e la comunità degli autistici, cui l'autrice appartiene.
Per spiegare meglio occorre fare un passo indietro, e introdurre l'eccezionalità del talento di Temple Grandin, cui già Oliver Sacks in Un antropologo su Marte (1995; Adelphi, 1995) e più recentemente Paul Collins in Né giusto né sbagliato (2004; Adelphi, 2005) hanno dedicato un ritratto. Bambina autistica, timorosa e violenta al tempo stesso, sviluppa precocemente interesse e affettività per gli animali, soprattutto per cavalli, cani e gatti, bovini. Ottenuti laurea e Ph.D. in scienze animali, diviene un'esperta tra le più ricercate degli Stati Uniti in progettazione di impianti per animali da stalla e da macello: circa un terzo degli impianti nordamericani di oggi sono stati disegnati da Temple Grandin. Tiene conferenze, aggiorna le sue conoscenze nel campo della psichiatria e delle neuroscienze per trovare ipotesi, narrazioni, descrizioni che le permettano di formulare il proprio mondo, articolare la propria diversità. Ricerca e lavoro di archivio si uniscono in lei a un percorso e a una competenza autobiografica crescente. Nel 1986 pubblica il primo libro, Emergence: Labelled Autistic, e Oliver Sacks ricorda in modo autorevole lo stupore destato dall'autobiografia: "Non c'era mai stato prima un racconto 'dall'interno' dell'autismo, (
) per quarant'anni o più era stato un dogma della scienza medica che non ci fosse alcun 'interno', nessuna vita interiore negli autistici (
) La voce di Temple Grandin arrivava da un luogo che non aveva mai avuto voce prima, e parlava non solo per stessa, ma per migliaia di altre persone autistiche che stanno in mezzo a noi".
Nel corso della propria carriera di progettista e zootecnica, Grandin scopre ben presto che la diversità dei suoi stessi processi mentali la aiuta a giungere più vicina al punto di vista dell'animale, a comprenderne le ansie, la paura, lo smarrimento (il titolo originale, più tecnico di quello italiano, è Animals in Translation. Using the Mysteries of Autism to Decode Animal Behavior). Un impermeabile giallo appeso a una staccionata può terrorizzare una mucca, un cappello nero gettare nel panico un cavallo, un riflesso luminoso sul pavimento creare allarme tra i maiali. "Gli animali sono comparabili ai savants autistici, scrive l'autrice, percepiscono cose che gli esseri umani non possono percepire e ricordano informazioni estremamente dettagliate che noi non riusciamo a ricordare. La gente normale vede e ode schemi, non dati sensoriali grezzi (
) Un cervello normale filtra automaticamente dettagli irrilevanti, che il suo possessore lo voglia o meno (
) Le persone autistiche e gli animali sono diversi: non riusciamo ad attivare il filtro". Solitamente rappresentati come placidi, mansueti, distanti, gli animali descritti da Grandin appartengono a una specie nuova, segnata dall'incertezza e dalla paura. Estremamente reattivi agli stimoli visivi, olfattivi, uditivi, sono assaliti in ogni istante da una congerie di sensazioni distinte, singole e irripetibili, mentre la loro mente "iperspecifica" li rende privi di un'efficace capacità di generalizzazione. Hanno un grande bisogno di prevedibilità e rituali: frammentati e mutevoli, i contesti non sono quasi mai familiari, la molteplicità delle apparenze produce caos, prevale un'esacerbata percezione della propria vulnerabilità. Solo un contatto prudente e continuato può rassicurarli, un affetto cauto e pieno di tatto persuaderli dell'assenza di pericolo. "L'autismo mi ha consentito di avere, sugli animali, una prospettiva diversa da quella di tutti gli altri professionisti, e tuttavia condivisa da molte persone comuni: la mia idea è che essi siano più intelligenti di quel che pensiamo. Moltissimi amanti degli animali e proprietari di animali da compagnia sono disposti a giurare che 'il piccolo Fluffy pensa, eccome', mentre in larga parte gli scienziati hanno liquidato questo genere di cose come pia illusione. Io però ho finito con il rendermi conto che hanno ragione le vecchie signore".
Può sembrare un paradosso che una persona così schierata a favore del benessere animale possa comunque prestare il proprio contributo a dispositivi di morte: Grandin non elude la questione, sceglie anzi di scriverne quasi a giustificarsi. Ma l'argomentazione è logica e pragmatica, non emozionale: preferisce risparmiare paura e sofferenza all'animale piuttosto che contrastare comportamenti che considera ineluttabili, come il consumo umano di carne.
Un'ultima considerazione per spiegare che cos'è la macchina degli abbracci, lo strano congegno che Temple Grandin ha progettato a proprio uso per contenere panico e ansia: due assi disposte a "V", ricoperte da morbida gommapiuma, si stringono attorno al corpo disteso e lo trattengono dolcemente. L'abbraccio non desta allarme né un'emozione eccessiva, al contrario distende: è regolato da un sistema idraulico controllato da leve.
Michele Dantini
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