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La macchina anatomica si presenta bene già al primo impatto, con una copertina che attira lo sguardo e incuriosisce. Iniziando la lettura le aspettative non vengono deluse, anzi iniziano a volare alto. Non si può rimanere indifferenti di fronte alla scrittura di Sandon: bella, chiara, ricercata senza risultare stucchevole, stilisticamente adatta a rappresentare il periodo storico nel quale è incastonata la trama, fluida e capace di dare emozioni e descrivere le scene in modo vivido, con un pizzico di ironico sarcasmo che alleggerisce la tensione senza svilirla. Se amate la storia e i misteri celati tra le pieghe del tempo; se vi piacciono le trame dal finale sorprendente; se amate l'avventura e gli enigmi, questo romanzo fa per voi
ome Il Trentottesimo Elefante, altro romanzo di Sandon, anche questo non delude. Anzi. Con piglio ancora più sicuro, l’autore ci trasporta in una storia che si muove intelligentemente su tre piani: un passato remoto, uno più recente e il presente. Cosa per niente facile e non scontata, considerato poi che il romanzo è scritto in prima persona. Inoltre il lettore è immediatamente ammaliato dal quel crocevia di popoli, culture e tradizioni differenti che era la Napoli del periodo borbonico del regno delle due Sicilie. Nonostante il fulcro della vicenda sia la ricerca del tesoro del sacco di Roma seppellito insieme al condottiero dei Barbari Alarico, l’atmosfera che si respira tra le pagine riporta sempre a quella esoterica e misteriosa che circonda Raimondo di Sangro. Il VII principe di Sansevero, ancora in bilico fra l’essere stato un demoniaco alchimista senza pietà, rapitore di poveri sventurati utili per i suoi diabolici esperimenti, e un intellettuale e uomo illuminato, domina la storia, in questo caso, con tutto il suo potere diabolico. Il principe di SanseveroIl principe di Sansevero L’autore, che vive e lavora nel territorio napoletano, sa bene infatti che, nonostante siano passati quasi 250 anni dalla morte di Raimondo, avvenuta nel 1771, c’è ancora chi, quando se ne pronuncia il nome, si fa il segno della croce di nascosto per scacciare i malefici del temuto principe. I molti che sono stati a Napoli nella Cappella Sansevero e hanno ammirato i numerosi gruppi marmorei, potranno gustarsi ancora di più questa storia, tempestata di fatti cruenti e delittuosi, ma anche ricca di sentimenti d’amore e amicizia e chi non c’è ancora stato sarà sicuramente ispirato a farlo da queste vicende… Al di là della scrittura chiara e corretta e dell’assoluta padronanza del mezzo espressivo, il pregio maggiore di Lucio Sandon è quello di saper confezionare storie colte, credibili, fantasiose e avvincenti, utilizzando un mix di generi. Un pò gialli, un pò horror, un pò
Tanti i personaggi di questo romanzo, tutti tratteggiati con vivacità ed efficacia. Un filo di sagace ironia condisce il godibile stile di scrittura di Lucio Sandon
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