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Recensione scritta di getto, ma urgente, se ci sono imperfezioni mi scuso, ma l'entusiasmo mi vince. Una rivelazione, sotto molti punti di vista. Sulla vita di Macario dovrebbero fare un film: l'ultima maschera italiana della commedia dell'arte, comicità surreale (oserei dire molto torinese), comico di successo e di fama e di glora e di più, capocomico lucido e abile, salvato dalla madre amorevole e dai salesiani fu figlio disgraziato ma padre amorevole, due mogli e due grandi soubrette (Isa Bluette e Wanda Osiris) ma innumerevoli donnine, il tutto ambientato nel teatro di rivista tra gli anni venti e cinquanta del Novecento in Italia. Dal Regno d'Italia con Umberto I, passiamo per il fascismo con Vittorio Emanuele III per arrivare alla Repubblica Democratica Italiana con Einaudi. Un uomo determinato che si é fatto da solo (per davvero) tra grandissimi successi e pochi ma pesanti fallimenti nel cinema e malinconie per la prosa e il circo. Macario, vedendo quello che ancora di poco si può reperire, oggi sarebbe fuori contesto, (non lo siamo un po' tutti in realtà?) ma una cosa si evince, lui trasuda amore e cura e conoscenza e professionalità verso il pubblico. Macario era complice del pubblico. Adesso chi si prende cura del pubblico? Siamo tutti orfani di Macario. Torino! Sarà per questo? Ci sentiamo ancora in lutto? é per questo che non c'è strada a suo nome, non c'è targa a suo ricordo e soprattutto il teatro macario é stato abbandonato a un destino indegno? Vorrei poter avere una macchina del tempo e viaggiare indietro per una sera per vedere una sua rivista degli anni d'oro. Magari incrocerei i miei nonni giovani e gli offrirei un po' di Barbera buona. Macario il PADRE della commedia italiana, dimenticato colpevolmente, ha gettato le basi (vedere per credere) della commedia del Novecento e di oggi, nelle sue riviste hanno debuttato i più grandi: Ugo Tognazzi, la Carrà, Rita Pavone, la Mondaini! Questo libro lo terrò caro. Lo rileggeró per far conoscere Macario!
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