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È proprio vero che se si ama il proprio lavoro non lavoreremo mai un giorno della nostra vita o siamo sotto l’effetto di un incantesimo?
«La risposta che vorremmo offrire in questo libro è netta: bisogna partire dal ripensare radicalmente il concetto di 'lavoro'. Capire come lavoriamo, quando lavoriamo, dove lavoriamo. E, soprattutto, perché lavoriamo. Osservare in che modo abbiamo trasformato un potenziale strumento di liberazione nella più sottile e pervicace forma di schiavitù mai apparsa sulla Terra. Sembra impossibile fare del lavoro, che oggi è una vera e propria tortura di massa, un modo per imparare a decrescere e convivere. Eppure è l’unica strada per non autodistruggerci in una manciata di anni.»
Ormai non è più un segreto che siamo schiavi del lavoro. Il lavoro ci definisce e possiede le nostre vite in un modo che ormai è patologico. Da qualche tempo ci si è resi conto che il malessere su questo tema da personale sta diventando collettivo. Il lavoro è superstizione e siamo tutti prigionieri di un incantesimo. Con questa nuova opera Maura e Andrea ci mostrano, in modo molto pratico, come liberarci a livello individuale di questa superstizione e trovare un modo per essere di nuovo liberi e interi.
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Come spesso accade per tematiche così importanti, sentite e stratificate, il testo si sofferma, anche efficacemente, sull'analisi del problema, ma mostra lacune sul piano delle soluzioni proposte. Le contraddizioni e dalle gravi storture che presenta attualmente il mondo del lavoro reclamano contromisure di vario tipo a cominciare dalla partecipazione e da passi nella direzione della democrazia economica; la diserzione è sicuramente un concetto affascinante dal punto di vista filosofico, ma dalla dubbia efficacia rispetto agli obiettivi che lo stesso libro si pone.
Un libro necessario. Tutti, ma proprio tutti, dovrebbero leggerlo. Grazie Maura e Andrea!
E molto interessante lo consiglio vivamente
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