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Decisamente coraggiosa la decisione di Tranchida di pubblicare i racconti di Seumas O'Kelly, un autore minore di inizio Novecento, estraneo alla maggior parte del pubblico e, verosimilmente, vendibile solo agli appassionati d'Irlanda. O'Kelly non ha raggiunto la levatura di molti suoi contemporanei, ma merita di essere rivalutato per la sua devozione quasi politica alla letteratura e per aver illustrato dignitosamente un periodo cruciale dell'Irlanda. Noto per l'attività giornalistica, lo scrittore fu portavoce della lotta contro l'egemonia inglese ed esaminò attentamente le problematiche inerenti alla "terra" e alla speculazione sugli affitti che, al volgere dell'Ottocento, afflissero gli irlandesi. O'Kelly volle proprio ritrarre la fierezza e l'ostinazione di queste persone, enfatizzandone però anche i difetti e le limitazioni intellettuali. La sua letteratura si pone dunque al servizio della causa civile e politica e, come in questi racconti ambientati nella regione del Connacht, nei suoi scritti emerge prepotentemente la figura dell'irlandese sfruttato e strumentalizzato. Le storie sono molto diverse le une dalle altre, e non sempre è riscontrabile la stessa ispirazione e autenticità. Talune risultano più meccaniche e artificiose, e meno calate nella realtà del tempo, stimolando l'impressione di un esercizio stilistico e immaginativo. Tuttavia, quando il discorso si sposta sulle rivendicazioni verso la terra d'Irlanda, come in La casa, gli esiti si fanno ragguardevoli così come la costruzione dei personaggi. Questi sono waysiders (questo il titolo originale, un'intuizione linguistica che la traduzione tralascia), ossia persone abbandonate che si muovono ai lati delle strade e che si ricollegano, arricchendolo di nuove sfumature semantico-sociali, al concetto di outsider: la raccolta tenta così di articolare il grido di un popolo, "un appello a tutte le generazioni di esseri muti maltrattati che da sempre si trovano sotto la frusta della tirannia degli uomini". Ed è un peccato che la traduzione presenti non poche imperfezioni e manchi nel tradurre, almeno in nota, alcuni termini gaelici significativi ma sconosciuti a molti.
Federico Sabatini
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