Luigi Ghirri (1943-1992) è stato uno dei principali fotografi italiani e, molto probabilmente, uno dei più grandi innovatori dello sguardo contemporaneo. La sua formazione culturale, influenzata da un lato dagli artisti concettuali modenesi e dall’altra dalla temperie più generale degli anni ’60 (ad esempio il cinema di Antonioni, Fellini e Zavattini), si è nutrita di varie discipline: dalla filosofia alla letteratura, dalla poesia alla musica (proverbiali i suoi lunghi viaggi in automobile con immancabile colonna sonora a base di Bob Dylan). Il suo non è stato un lavoro esclusivamente vòlto alla produzione fotografica ma si è sempre mosso con particolare attenzione al contesto: vero e proprio animatore culturale, ha organizzato mostre, creato relazioni tra artisti di varie discipline, tenuto seminari e fondato una sua casa editrice, la Punto e Virgola. Questo enorme impegno è sfociato altresì in una proficua e profonda riflessione teorica che ha lasciato (oltre i «normali» libri o cataloghi di mostre) scritti, lezioni, testimonianze; un materiale così ricco che non ha eguali, tra i fotografi del nostro Paese.)
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