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l'ho trovatto molto introspettivo...ma noioso...lettura faticosa..
Un libro che avrei voluto scrivere io...
Un libro davvero particolare e diverso.
Recensioni
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Cristina Comencini racconta una storia che ci riguarda tutti. Dice la complessità dei nodi che stringono le nostre vite e la tenera e terribile semplicità che li può sciogliere.
Lucy è la storia di Sara, antropologa ossessionata dalle
origini dell’umanità, studiosa sul campo di reperti che, come
Lucy (l’australopiteco rinvenuto da Donald Johanson nel
1974 in Etiopia), ci dicono la storia del nostro essere umani
lungo l’arco di quattro milioni di anni. La passione
scientifica ha sempre portato Sara lontano dalla famiglia. Il
marito, Franco, che pur l’ha molto amata, ha infine
“rassegnato le dimissioni” e ha scelto una donna più stabile,
più confortevole. I figli si sono mossi, progressivamente con
sufficiente autonomia: Matilde fa l’agopunturista, è docile,
apprensiva, presentissima al mondo; Alex fa, come la
madre, l’antropologo ma in Canada, accudito dalla
compagna, panettiera. Matilde, quando può, si prende cura
della madre. Alex la sente da lontano in telefonate che si
muovono fra aggressività e indifferenza.
In mezzo a tutto ciò accade che Sara sparisce. Lascia una
lettera e non altra notizia di sé. In un gioco di lontananze
che si allungano e si accorciano, scopriamo che Sara è
malata, e che a questa malattia sta consegnando, con
serenità e dolcezza, l’eredità di affetti, la rete forse mal
cucita ma forte che ha tessuto nella sua vita, e, insieme, il
racconto che sta scrivendo “la storia di due ominidi che si
incontrano quattro milioni di anni fa”. Il marito Franco, il
nuovo amico Milo, i figli, sembrano far cerchio intorno alla
sua solitudine così piena, così salda, così paradossalmente
ricca di futuro. Ad essi – e a una presenza enigmatica,
aliena – confida i suoi pensieri, e tutto (la storia, il futuro, la
stessa morte) sembrano riaprirsi alla luce.
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