Il talento narrativo di Rita è evidente a prima vista; altri meriti poi si impongono: il libro è ben costruito ed evita accortamente i pericoli del genere "politico/impegnato" che potevano minacciarlo: niente schematismi ideologici, anche se una forte passione civile lo intride; niente bozzetti romantici e niente retorica; i personaggi, anche quando potrebbero diventare personaggi-simbolo, non sono mai macchiette tutt'al più dei tipi, e tipi che si ricordano , sono uomini e donne che vivono non un romanzo ma la vita e poi si prolungheranno in noi, nelle emozioni che il romanzo suscita e regala - e hanno vizi e limiti e virtù di veri uomini e vere donne: qualche volta degni, qualche volta miserabili. Insomma, un romanzo vero, lontano da pose e atteggiamenti; un libro sincero che comunica a ogni pagina la sostanza umana dell'autrice prima ancora della sua abilità letteraria: la quale si attua qui dissimulandosi e dando corpo a una prosa "tutta cose", come sarebbe piaciuta a un Machiavelli o, per fare un nome meno solenne, a un Cecchi: il quale peraltro, dal canto suo, ne scriveva una assai meno disadorna.)
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