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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
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Il libro mi ha rapito per una settimana, buona la descrizione dei personaggi e il loro stato emotivo. Peccato per il finale, non mi è piaciuto per nulla. Sembrava che Aloe avesse fretta di concludere.
un Harmony scritto benino, almeno nella prima parte. perchè nella seconda metà del libro sembra proprio che a scrivere sia un'altra mano, più rozza e sconclusionata... complimenti solo all'editore: ha saputo allettare con un risvolto che promette ciò che il romanzo non da.
Questo romanzo mi ha un po' deluso. Ma detto così, non significa nulla. Devo spiegare il perché. Sicuramente hanno inciso le grandi aspettative createsi dopo la lettura dell'ultimo scritto di questo autore, letto per primo in ordine di tempo, cioè: "Gli anni di nessuno" (che mi è piaciuto molto di più). Cosa non mi ha convinto? Lo stile narrativo è sempre bello, coinvolgente, elegante, ma qui con qualche limite. La storia non è stravolgente, sicuramente non improponibile.Può, il desiderio avere una logica?. Certamente si.Quello di una buona cena, per l'affamato; di un tetto sotto cui dormire, per un clochard; di un posto di lavoro, per un disoccupato... Quando però, ci si addentra in meandri di carattere sessuale/sentimentale - quelli che l'autore propone - il discorso si fa più complesso. La logica cede, spesso, il passo all'istinto, e può essere quello deteriore. Proprio come in questa storia. Ma, come anticipato, è il raffronto tra le ultime due opere di Aloe che mi ha provocato questa delusione. La crisi esistenziale, l'annientamento mentale che tanto bene caratterizzano un personaggio come il Gambart de "Gli anni di nessuno", scolpendone la drammatica storia, mi appaiono eccessivi nel personaggio di questo romanzo. Stridono, in particolare, certi episodi. Come quello, estremo, che lo vede introdursi nell'abitazione della donna desiderata, per msturbarsii con la biancheria intima di quest'ultima nel suo letto coniugale. Stride, questo comportamento, un po' psicopatico, perché difficilmente compatibile con la lucida razionalità che contraddistingue, per altro verso, il soggetto. Stride, anche, con l'elegante testo che caratterizza il racconto, l'abuso del verbo "scopare" (terribile lo "spazzolare") che sicuramente non scandalizza più nessuno, ma che, alla lunga, infastidisce. Il finale del racconto è di quoelli c.d "aperti", cioè manca. Mi sarebbe piaciuto ci fosse.
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