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La parola lobby ha, nell'uso corrente, un significato peggiorativo. Essa richiama l'idea di pressioni indebite sul mondo politico, in modo da alterare il normale funzionamento della vita pubblica, favorendo interessi particolari quando non inconfessabili. Il libro che qui segnaliamo vuole offrire una ricognizione accurata del fenomeno, evitando ogni demonizzazione preconcetta. L'assunto di fondo che lo anima è riassumibile nei termini seguenti: posto che la vita politica è un combinarsi di ideali e di interessi, e posto che esistono anche interessi settoriali, le lobbies esprimono e rappresentano questo tipo di interessi. D'altronde, come mostrano diversi esempi prodotti da Graziano, esistono lobbies atipiche per le quali il confine con le associazioni volontarie è assai sfumato. Nonostante si tratti di un lavoro di sintesi, esso è basato su indagini di prima mano condotte in due realtà significative, gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Negli Stati Uniti, sulla scorta di una radicata tradizione di democrazia pluralista, il fenomeno lobbistico è regolamentato e trova uno spazio trasparente all'interno delle istituzioni. In Europa la diffidenza verso il fenomeno è maggiore, ma anche a Bruxelles le lobbies sono profondamente radicate, favorite dal modo di funzionamento, spiccatamente negoziale, delle istituzioni comunitarie. In definitiva l'autore ritiene, con argomenti convincenti, che "il lobbying non è che la forma tecnica di una concezione pluralista della politica", e per evitare che essa degeneri è opportuno "definire la in modo chiaro la 'fisiologia' del fenomeno". Se accortamente regolamentate, le lobbies possono svolgere una funzione di rappresentanza degli interessi e di integrazione sociale che non va trascurata. Il volumetto è corredato (oltre che da un'esauriente bibliografia) da un'utile appendice documentaria dove sono riportati alcuni documenti, tra i quali vale la pena di segnalare due ampi stralci dal Lobbying Disclosure Act americano del 1995 e dalla proposta di legge del parlamento italiano sull'attività di relazione del 1998.
Maurizio Griffo
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