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scheda di Conte, M.E., L'Indice 1993, n. 6
Dedicare alla pragmatica un congresso della Società di Linguistica Italiana è stata una buona iniziativa, che attesta la crescente importanza della pragmatica negli studi linguistici, filosofici e semiotici. Con "pragmatica" si intende una direzione di ricerca che studia il linguaggio in quanto azione e interazione e che cerca di esplicitare le condizioni d'uso e di appropriatezza delle espressioni linguistiche riguardo a un contesto. Purtroppo però gli Atti di questo congresso non sono pienamente rappresentativi delle nuove ricerche di pragmatica sia perché alcuni degli specialisti di pragmatica in Italia non hanno presentato una relazione, sia perché di alcune relazioni (ad esempio, Moneglia, Tonfoni) è dubbia la pertinenza al tema congressuale.
Il presente volume raccoglie ventisei relazioni. Segnalo i contributi di W. U. Dressler e L. Merlini Barbaresi (sulla morfopragmatica), di M. Mazzoleni (sulla connessione tra pragmatica e sintassi), di G. Alfonzetti (sul rapporto tra pragmatica e sociolinguistica), di G. Gobber (sulla domanda), e due saggi che si situano tra pragmatica e linguistica testuale (Bazzanella, Colombo).
In due relazioni (Caffi, Sbisà) compaiono concetti come coinvolgimento (involvement) e affettività come categorie fondanti della pragmatica. Indubbiamente sono concetti rilevanti, ma è ancora da mostrare in modo più incisivo il loro potere esplicativo. Inoltre, pare dubbio il rapporto (ipotizzato da Sbisà) tra indicatori di forza illocutiva e indicatori di affettività.
Un prezioso complemento ai saggi teoretici del volume è un contributo alla storia della pragmatica: il saggio di P. Desideri dedicato alla teoria del fondatore della Scuola di Londra, J. R Firth. È un peccato che il tema del congresso non abbia stimolato altre ricerche per costruire (o ricostruire) la storia della pragmatica.
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