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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
«La narrazione ha un risvolto thriller, ma è un orpello di fronte all'efficacia con cui Craig racconta la maturazione emotiva dei suoi protagonisti» - Cristina Nadotti, Il Venerdì
Una coppia profondamente in crisi, lei architetto lui giornalista, non solo non si possono permettere di divorziare ma non riescono neanche più a vivere a Londra, vista la crisi economica. A lui hanno chiuso il giornale, lei ha perso il lavoro. La casa in cui vivono non si riesce a vendere per un prezzo accettabile: l’unica soluzione sembra essere quella di affittarla e con i soldi dell’affitto andare a stare in un posto molto più economico, una località remota del Devon. E così, la coppia che non funziona con i loro tre figli si trasferisce. E qui si apre la visione non più idilliaca da turista, ma grama da residente della vita in campagna, una campagna povera, piena di immigrati pagati una miseria, e di inglesi favorevoli alla Brexit. In più aleggia sulla casa che hanno affittato un mistero, perché l’affitto è ridicolmente basso, e presto scoprono il motivo: il precedente abitante era stato ammazzato proprio nel posto in cui vivono.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Devo premettere che leggo poca narrativa contemporanea poiche' preferisco di gran lunga i classici. Ho pero' voluto provare questo libro della Craig perche' mi interessava il contesto: un libro ambientato nell' Inghilterra di oggi che parla della crisi economica, dei contrasti citta' campagna, dell' immigrazione. Non sono rimasta delusa: il libro offre interessanti spunti di riflessione sull' inghilterra della brexit, e' scorrevole e regala anche qualche sorriso attraverso personaggi credibili e ben caratterizzati.
Piacevole l'immersione nel romanzo al suo inizio e anche ben oltre la metà: la campagna inglese, i cottage, il pub, gli animali. I personaggi francamente non è che mi abbiano attirato molta empatia, trovo che siano l'aspetto meno riuscito. Comunque, il "mondo" creato era in certo modo avvincente e mi faceva procedere con un ritmo piuttosto blando, sembrava quasi coccolarmi come lettore, anche se, come ha già osservato un'altra lettrice che qui ha dato quattro stelle, la scrittura spesso appare un po' confusa, i periodi non scorrono e non so se sia dovuto alla traduzione o sia una "cifra" dell'autrice, sta di fatto che il romanzo si è lasciato anche abbandonare per qualche giorno. Comunque dicevo del ritmo "blando" per buona parte delle 500 pagine, salvo, infine, nei due ultimi capitoli risolvere tutto, ma proprio tutto, con una rapidità inversamente proporzionale alla veridicità e alla profondità, senza per questo lasciarmi con un minimo di "affetto" nè nostalgia per nessuno dei molti personaggi. A ciò si aggiunga che questa tanto strombazzata crisi, alla fine è solo quando una famiglia di professionisti agiati si trova a vivere momentaneamente con un tenore di vita pari a tante famiglie di normalissimi lavoratori: ma è solo un momento perchè è in agguato un lieto fine da commediola americana che passa la livella su lutti, matrimoni infelici, tradimenti, figli illegittimi, violenza sessuale, vessazioni domestiche, ansia di maternità, omicidi e quant'altro è stato prima suggerito e infine buttato dentro per una frettolosa risoluzione al tritacarne degli ultimi due - tre capitoli. Ah e... però quello che è certo è quant'è "cool" ed eccitante Londra, a patto di essere ricchi o perlomeno giovani. Bè: non indimenticabile.
Bel romanzo, ben scritto e ben confezionato, moderno, attento alla società ed ai problemi attuali e con soluzioni originali a livello di trama.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Amanda Craig, giornalista e scrittrice inglese nata in Sudafrica nel 1960, ci regala, con questo romanzo venato di giallo intenso, un corposo affresco di una Londra e un Devon dopo Brexit, dove sembra non ci siano più certezze in merito a professione e carriera e dunque economiche.
Protagonisti principali sono i Bredin, Lottie, architetto sopra i quaranta che ha appena perso il lavoro, suo marito Quentin, di nove anni maggiore di lei, un tempo giornalista affermato e ora in sensibile declino, le figlie piccoline Stella e Rosie, e il figlio di Lottie, Xan, nato quando era giovanissima da un fugace rapporto con un Nigeriano (lo scopriremo nel corso della narrazione) e allevato da lei e da sua madre Marta, di origini tedesche e per anni insegnante di musica ad altissimo livello.
Non solo i Bredin sono sull’orlo del divorzio – Lottie è stanca di subire i reiterati tradimenti del marito – ma anche sull’orlo della bancarotta. Per anni hanno vissuto nell’abbondanza grazie ai loro ottimi stipendi, si sono potuti permettere una casa grande nel quartiere giusto, hanno potuto offrire ai figli le scuole migliori e la migliore assistenza sanitaria. Le grandi sicurezze del passato recente sono svanite una alla volta: amore, soldi, carriera, bella vita senza problemi. Per loro come per molti altri londinesi. Non hanno soldi neppure per pagarsi il divorzio. Se vogliono sopravvivere non resta che affittare la casa di città, in attesa di venderla quando il mercato immobiliare per anni ‘drogato’ risalirà, e trasferirsi in campagna. Lottie, ottima pianificatrice, ha trovato la casa ideale nel paese di Trelorn, nel Devon: Home Farm, per motivi a lei ignoti, costa pochissimo. Vero. Ha un comfort molto limitato, è vecchia e mal tenuta, ma una soluzione migliore non c’è e a Londra, se necessario, si andrà in treno e il meno possibile. Proveranno a vivere in campagna per un anno e poi si vedrà.
Con dolore e angoscia, vissuti da ciascun membro con pensieri e intensità diversi, la famiglia parte con armi e bagagli. Non molto distante da Trelorn vivono ancora i genitori di Quentin, Naomi e Hugh a cui resta purtroppo poco da vivere. Sarà per Quentin una buona occasione per stare un po’ con i suoi nella vecchia casa di famiglia e forse recuperare il rapporto con il padre, un uomo dal carattere difficile e spigoloso.
I primi tempi a Home Farm si rivelano per gli adulti duri e difficili sebbene, con il passare del tempo, molti problemi e svantaggi non tarderanno a mostrare il loro vero volto: sono opportunità che le avverse circostanze nella capitale non avrebbero mai offerto ai Bredin. Lottie troverà di nuovo lavoro come architetto e si farà delle amiche come l’infermiera Sally e Di Tore, la moglie australiana del notissimo cantante Gore Tore, proprietario di Home Farm e Shipcott Mansion. La famiglia conoscerà Janet e sua figlia Dawn e scoprirà che Home Farm, solo un anno prima, è stata la scena di un terribile omicidio.
Amanda Craig sfrutta fino in fondo ogni elemento utile per raccontare i suoi personaggi, principali e secondari, dando loro un corpo e un’anima complessi e oltremodo credibili. E se da un lato sfata il mito bucolico della campagna inglese, dall’altro ci offre meravigliose descrizioni di una delle zone più belle dell’Inghilterra dal punto di vista paesaggistico:
“Dartmoor sta al Devon come il Devon sta al resto del Paese. È un luogo a parte, le cui collinette ombrose e i profondi crepacci ricordano i fianchi di una grande bestia selvaggia, un leone forse, soprattutto nel basso sole invernale. Le colline di granito che si curvano contro il cielo sono incoronate di massi che si dice siano i resti di fortini dell’età della pietra, e le gente che ci viveva doveva essere veramente disperata, perché la pioggia che arriva dall’Atlantico si rovescia su quelle colline, e in inverno e primavera, in estate e in autunno le strade si possono trasformare in torrenti in qualsiasi momento. È un luogo fatto di bellezza e di terrore, dove la piccolezza dell’uomo è manifesta.”
E se, soprattutto nei capitoli finali, la storia si colora di un giallo violento, Amanda Craig non dimentica neppure per un istante di raccontarci un Paese che vive un difficilissimo momento di transizione dove i dubbi superano le certezze, la sicurezza di un tempo si è ormai trasformata nella grande incognita del futuro. E come questo si riflette, in toni e misura diversi, sui personaggi del libro, tormentati e divisi, sovente incapaci di immaginare un domani eppure tutti, ciascuno a suo modo, combattivi e determinati a non soccombere.
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