(Camagüey 1902 - L’Avana 1989) poeta cubano. Ispirandosi ai ritmi della danza e del canto dei neri cubani o afrocubani, come il son, e coniugandoli con il verso ottosillabico ispanico classico, G. ha espresso il dolore e l’allegria, la rivolta contro l’oppressione e la volontà di riscatto della gente di colore e del mondo popolare, come si vede in Motivi di «son» (Motivos de son, 1930, nt), Sóngoro Cosongo (1931, nt), Spagna (España, 1937, nt), Canti per soldati e «sones» per turisti (Cantos para soldados y sones para turistas, 1937, nt), Elegie (Elegias, 1955, nt). Con la vittoria della rivoluzione di Castro, G. fu chiamato a presiedere l’Unione degli scrittori e fu considerato il «poeta nazionale» di Cuba. Tra le ultime sue opere poetiche: Poesie d’amore (Poemas de amor, 1964, nt), Tengo (1964, nt), Il grande zoo (El gran zoo, 1968, nt) e Le canzoni di Juan Descalzo (Coplas de Juan Descalzo, 1979, nt), raccolta di versi polemici pubblicati su periodici negli anni Cinquanta. In traduzione italiana, sue poesie sono raccolte nell’antologia Elegie e canti cubani (1971).