(Eppendorf 1929 - Berlino 1995) drammaturgo tedesco. È stato il più noto autore teatrale della Germania dell’Est e ha diretto il Berliner Ensemble dal 1989 alla morte. Utopista e apocalittico, discepolo eretico di Brecht, ne ha radicalizzato i postulati estetici e ideologici fino a renderli paradossali, intrecciando ironia e tragedia, sesso e politica, facendoli reagire con una scrittura di forte tensione lirica e attenta alla concretezza del corpo. Si è applicato al mondo del lavoro, evitando ogni atteggiamento apologetico, con pièce a lungo censurate (Cemento, Zement, 1973, nt; Trattore, Traktor, 1975, nt); ha esasperato la formula dei drammi didattici brechtiani (L’Orazio, Der Horatier, 1973; e Mauser, 1975) e rivisitato, nel suo testo più noto, un racconto di Anna Seghers sugli esiti della rivoluzione francese nelle colonie caraibiche (La missione, Der Auftrag, 1980); ha rielaborato motivi della letteratura classica in forme frammentate e aggregando materiali eterogenei (Filottete, Philoktet, 1966; Prometeo, Prometheus, 1969, nt; Hamletmaschine, 1977, fulminante riscrittura del testo shakespeariano che affronta la crisi delle ideologie e il ruolo dell’intellettuale; Quartetto, Quartett, 1981, drammatizzazione delle Liaisons dangereuses; Riva abbandonata..., Verkommenes Ufer, 1983, su Medea); ha indagato l’incubo della storia tedesca da Federico II a Hitler e al dopoguerra (Vita di Gundling Federico di Prussia sonno sogno grido di Lessing, Leben Gundlings Friedrich von Preussen Lessings Schlaf Traum Schrei, 1977; La strada dei panzer, Wolokolamsker Chaussee, 1986-88; Germania 3, Deutschland 3, 1996, postumo, nt). Le sue idee politiche ed estetiche sono consegnate con autentico talento provocatorio a una serie di interviste riunite in Tutti gli errori (Gesammelte Irrtürmer, 1986-95). Nel 1992 è uscita l’autobiografia Guerra senza battaglia (Krieg ohne Schlacht, nt).