(Antiochia, sec. I) scrittore greco-cristiano, evangelista. Non fu discepolo di Cristo, ma collaboratore dell’apostolo Paolo. La tradizione cattolica lo riconosce autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Basandosi su quanto dice Paolo nella lettera ai Colossesi, gli è stata attribuita la professione medica.L. è considerato lo storico fra gli evangelisti per ampiezza culturale, capacità di informazione e senso critico. Scrittore ricco di talento e di sensibilità, è il testimone del periodo di transizione fra la comunità apostolica e la chiesa postapostolica. Come storico, vuole completare i vangeli che lo hanno preceduto raccogliendo informazioni anche da altre fonti, che vaglia e ordina, rivelandosi capace di usare criticamente la tradizione. Il suo Vangelo, scritto fra il 64 e il 70, descrive la storia di Gesù inquadrata in quella del mondo romano. È forse il più attraente dei sinottici, perché penetrato da una grande misericordia, estesa a tutti gli uomini. Lo stile di L. è complesso. La lingua è quella ellenistica, con influssi semitici e dialettali.Gli Atti degli Apostoli sono la continuazione del terzo Vangelo (con il quale formavano, in origine, un unico testo). L’autore è testimone oculare di molti fatti narrati; per gli altri ricorre a diverse fonti, che presenta quasi alla lettera. Ma la redazione letteraria è curata, di stile sciolto ed elegante. Gli Atti ci offrono un quadro storico delle origini della chiesa primitiva, dall’ascensione di Cristo all’arrivo a Roma di Paolo, fondamentale per il suo valore di documentazione.