(Roma 1919 - Castelnuovo a Volturno, Campobasso, 1943) uomo politico e scrittore italiano. Compiuti gli studi giuridici a Roma, collaborò a varie riviste letterarie («Campo di Marte», «Letteratura», «Oggi», «Primato»), conducendo un’acuta polemica contro i rischi della letteratura decadente e della filosofia irrazionalistica. Allo scoppio della guerra fu inviato sul fronte occidentale; membro del comitato di armistizio con la Francia e della missione militare italiana presso il governo di Vichy (gennaio 1943), partecipò alla difesa di Roma contro i tedeschi; quindi si recò nel sud, arruolandosi nell’esercito inglese. Morì per l’esplosione di una mina, mentre tentava di attraversare le linee per organizzare la resistenza nel Lazio. Studioso di letteratura tedesca, traduttore di R.M. Rilke, H. von Kleist e H. von Hofmannsthal, nei saggi raccolti postumi sotto il titolo Il sangue dell’Europa (1950) lasciò la più alta testimonianza della cultura italiana rinnovata dalla tragedia della guerra. Curò anche un’edizione del Saggio sulla rivoluzione di C. Pisacane (1942) e un’antologia dal titolo Teatro tedesco (postuma, 1946). La recente pubblicazione (1979) del Doppio diario 1936-1943 ha messo in luce come le affermazioni ideologiche di P. si fondassero su una complessa e quasi drammatica discussione interiore, accesa dal postulato illuministico della possibilità della ragione.