(Bordeaux 1842 - Parigi 1909) scrittore francese. A Parigi dal 1860, l’anno successivo fondò la parnassiana «Revue fantaisiste». Esordì come poeta con Philoméla (1864), cui seguirono Hesperus (1869) e Le braci del portacenere (Les braises du cendrier, 1900). Fu autore anche di numerosi romanzi (Follie amorose, Folies amoureuses, 1877; Gog, 1894), di drammi in versi alla maniera di E. Rostand (La regina Fiammetta, La reine Fiammette, 1889; Scarron, 1905; Glatigny, 1906), di saggi storici e critici (I 73 giorni della Comune, Les 73 journées de la Commune, 1871; La leggenda del Parnaso contemporaneo, La légende du Parnasse contemporaine, 1884; Wagner, 1886). La sua copiosissima produzione (dieci volumi di versi, venti drammi, cinquanta romanzi) è caratterizzata da una grande cura formale, da un preziosismo tipicamente parnassiano. Al centro della sua ispirazione si ritrova un atteggiamento di decadentismo estetizzante, che scade non di rado in facile satanismo e in erotismo di maniera.