Compositore. Studiò nella cappella di San Marco a Venezia, a Monaco con J.K. Kerll (1669-71), a Roma con E. Bernabei (1672-74). Dal 1674 visse quasi stabilmente in Germania, a Monaco e successivamente a Hannover, alternando l'attività musicale con quella diplomatica; nel 1708 fu intermediario in una controversia fra l'imperatore e il papa. Sacerdote dal 1680, fu nominato vescovo nel 1706 e vicario apostolico per la Germania settentrionale nel 1709; a partire da questa data fece firmare le proprie musiche dal suo copista Gregorio Piva. A Roma, dove risiedette fra il 1708 e il 1709, conobbe il giovane Händel, che nel 1710 gli succedette nella carica di maestro di cappella a Hannover. L'importanza storica e artistica di S., già segnalata nel secolo scorso dagli studiosi händeliani O. Lindner e F. Chrysander e in seguito da H. Riemann e A. Einstein, attende ancora d'essere compiutamente illustrata. Indubbio appare tuttavia l'influsso che la sua produzione teatrale (venti melodrammi fra cui Alarico, 1687; Henrico Leone 1689; Tassilone, 1709) esercitò in Germania e sullo stesso Händel. Le opere di S. affondano le loro radici nella civiltà barocca veneziana e recano tracce francesi nelle ouvertures e nella conduzione dei recitativi accompagnati dall'orchestra, ma anticipano anche certi caratteri razionalisticamente semplificati che saranno tipici dell'opera settecentesca. Di S. vanno ricordati anche i duetti e i terzetti da camera, cui toccarono ammirazione e diffusione durature.