Compositore francese. Avviato dal padre agli studi giuridici, studiò privatamente pianoforte con A.F. Marmontel e L. Diémier e armonia con A. Lavignac. Soltanto nel 1872 riuscì a iscriversi al conservatorio, frequentando la classe di composizione di C. Franck; abbandonati gli studi giuridici, divenne organista a Saint-Leu-la-Forêt (1872-76) e maestro dei cori e timpanista nell'orchestra Colonne di Parigi. Nel 1876 si recò a Bayreuth, dove tornò poi ripetutamente, dal 1879 al 1884, entrando in contatto con Wagner, Liszt, Brahms, Bruckner. In Francia frequentava intanto musicisti come Saint-Saëns, Massenet, Chausson. Fu tra i primi membri della Société nationale de musique, della quale divenne, nel 1890, presidente. Affermatosi come compositore, direttore d'orchestra e didatta, dopo la morte di Franck (1890) divenne uno dei musicisti più influenti della Francia fine secolo. Chiamato (1896) alla celebre Schola cantorum fondata da Ch. Bordes e A. Guilmant per lo studio del canto gregoriano, la trasformò in una viva e aggiornatissima scuola di composizione; il suo insegnamento era fondato non su regole cristallizzate, come avveniva di norma nei conservatori, ma sullo studio della musica nel suo sviluppo storico. Il suo Cours de composition musicale (1897-1907) rimane fondamentale per la conoscenza della cultura e della tecnica musicale del tempo ed ebbe una notevole importanza nella formazione di molti musicisti del primo Novecento. Convinto wagneriano, d'I. si propose di creare un'opera francese che, fondandosi sul modello del Wort-Ton-Drama, realizzasse contenuti di carattere nazionale; mentre nel campo della musica sinfonica derivò da Franck il principio della forma ciclica. La sua prima opera, Attendez-moi sous l'orme (1876-82), è un delizioso opéra-comique pieno di verve e di leggerezza; nella seconda, Le chant de la cloche (1879-83), leggenda drammatica in un prologo e sette quadri tratta, a cura dello stesso d'I., dall'omonima poesia di Schiller, è già evidente il riferimento al modello wagneriano nell'uso del Leitmotiv. Seguirono Fervaal (1881-95), ispirato a una leggenda celtica, e L'étranger (1898-1901), dal dramma di Ibsen, caratterizzato dall'adozione di mezzi musicali più semplici e spogli. La légende de Saint-Christophe (1908-15) e la commedia musicale Le rêve de Cinyras (1927) rappresentano la maturità stilistica del compositore, ormai capace di piegare la forte influenza wagneriana subita in gioventù a un ideale di chiarezza sonora (timbri puri, eleganza e nettezza del disegno melodico) d'impronta squisitamente francese. Le stesse peculiarità stilistiche si ritrovano nei suoi lavori sinfonici, in cui adottò il principio della forma ciclica di Franck: Jean Hunyade (1874-76), La forêt enchantée (1878), la trilogia Wallenstein (1873-79), le variazioni sinfoniche Istar (1896), una Sinfonia in si bemolle (1902-03), Souvenirs (1906) e la curiosa Sinfonia brevis de bello gallico (1916-18). D'I. è inoltre autore di numerosa musica vocale sacra e profana, di musica da camera e di composizioni per strumento solista e orchestra (nota la Symphonie sur un chant montagnard français per pianoforte e orchestra, 1886), nelle quali sono utilizzati, a volte, temi popolari. Fra i suoi scritti si ricordano le monografie su César Franck (1906), Beethoven (1911) e Richard Wagner (1929).