(Penshurst, Kent, 1554 - Zutphen, Olanda, 1586) poeta inglese. Di nobile famiglia, studiò a Oxford e viaggiò a lungo in Europa al seguito dello zio, conte di Leicester. Fu uno dei più colti e ammirati gentiluomini della corte di Elisabetta, un modello per i suoi contemporanei, combinando l’esercizio della diplomazia e della politica con lo studio e gli interessi culturali (frequentò i circoli letterari di Spenser, Greville ecc.). S., che sostenne gli ideali nazionalisti e protestanti, morì di una ferita riportata nella battaglia di Zutphen contro gli spagnoli. Tutte le sue opere apparvero postume. Arcadia (1590), romanzo pastorale a sfondo politico, è un esempio di prosa poetica, gremita di artifici retorici; mentre la sua opera maggiore, Astrofil e Stella (Astrophel and Stella, 1591), è una raccolta di sonetti ispirati dall’amore di S. per Penelope Devereux: tra i primi e più pregevoli esempi inglesi di canzoniere amoroso sul modello petrarchesco, essa ha accenti di sincerità appassionata e dimostra grande sottigliezza psicologica. Nel trattato in prosa Difesa della poesia (Defence of poesie, 1595), scritto in polemica con Gosson, S. compì il primo esame critico della letteratura inglese contemporanea.