(Perdriel, Buenos Aires, 1834 - Buenos Aires 1886) poeta argentino. Di origini umili, trascorse vari anni nella pampa, tra i gauchos; tentò la carriera militare; fondò nel 1869 a Buenos Aires il giornale «El Río de la Plata» e fu deputato al congresso. L’opera che gli ha procurato un posto mitico nella coscienza nazionale e popolare argentina è il Martín Fierro, un poema in strofe di 6 ottonari, pubblicato in due parti, considerato un’opera centrale della letteratura gauchesca. La prima parte, Il gaucho Martín Fierro (El gaucho Martín Fierro, 1872), è la storia di un payador, un cantore, arruolato con la forza e mandato a combattere contro gli indios alla frontiera; fuggito come disertore, egli torna a casa e trova che la famiglia è dispersa. Diviene perciò un fuorilegge e finisce per andare a vivere con gli indios. Il ritorno di Martín Fierro (La vuelta de Martín Fierro, 1879) narra il ritorno del fuggitivo al mondo civilizzato, dove ritrova i propri figli; l’opera si chiude con un nuovo dividersi della famiglia. Al di là delle intenzioni politiche (un attacco al presidente Sarmiento, che mandava i contadini a combattere gli indios, ripopolava le campagne con emigrati italiani e ne modificava così l’assetto sociale a danno dei gauchos, non imbrigliabili in un lavoro organizzato), l’opera di H. (che J.L. Borges ha giudicato più un romanzo che un poema epico) tralascia le notazioni di colore locale per illuminare una condizione umana di profonda solitudine, che va oltre l’ambiente specifico.