(Kleinort, Prussia orientale, 1887 - Uerikon, Zurigo, 1950) scrittore tedesco. Figlio di un guardaboschi, crebbe nel paesaggio solitario della sua terra. Uscito dall’esperienza sconvolgente della prima guerra mondiale, confessò la propria disperazione in Il lupo dei morti (Der Totenwolf, 1924). Ad esso seguì Il servo di Dio Andreas Nyland (Der Knecht Gottes Andreas Nyland, 1926), il cui protagonista evolve verso un amore umile e disinteressato. In La serva di Jürgen Doskocil (Die Magd des Jürgen Doskocil, 1932), La signora (Die Majorin, 1934), Novella pastorale (Hirtennovelle, 1935), La vita semplice (Das einfache Leben, 1939) W. raffigurò il suo ideale di una vita lontana dai grandi problemi della storia, in intimo contatto con la natura. A causa delle sue proteste contro il razzismo e il totalitarismo del regime nazista, venne imprigionato per due mesi nel campo di Buchenwald. Di questa esperienza è documento commovente La selva dei morti (Der Totenwald, 1945). I suoi ultimi romanzi, I figli Jeromin (Die Jerominkinder, 1945-47) e Missa sine nomine (1950), ribadiscono, all’interno di una visione politica conservatrice, la fuga nell’idillio astorico. Scritte in uno stile denso di suggestione lirica e ambientate in un mitico mondo di laghi e foreste, le opere di W. ritraggono un’umanità alla continua ricerca di un senso che sempre le si sottrae, lasciandola immersa in un’amara e pensosa rassegnazione.