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scheda di Raffaelli, R. L'Indice del 1999, n. 12
In questo volume della Chà ha utilmente raccolto, assieme ai tre celebri libretti per Mozart - Le nozze di Figaro (1786), Il dissoluto punito o sia il don Giovanni (1787) e Così fan tutte o sia la scuola degli amanti (1790) -, tutto il resto della produzione viennese di Da Ponte, che comprende anche opere cui toccò un successo molto ampio, come ad esempio Una cosa rara o sia bellezza ed onestà, scritta nel 1786 per Martín y Soler e nota ai moderni, se non altro, per la citazione che ne troviamo nella scena del banchetto finale del Don Giovanni ("Bravi! Cosa rara."), assieme a quelle de I due litiganti del Sarti ("Evvivano I litiganti!") e dell'aria del Farfallone delle Nozze di Figaro ("Questa poi la conosco pur troppo!"). Queste frasi, tuttavia, le cercheremmo invano nella edizione del Don Giovanni di della Chà: esse infatti non si trovano nei libretti a stampa, ma solo nella partitura autografa di Mozart, conservata nella Bibliothèque Nationale di Parigi. La composizione di libretti nuovi era spesso, infatti, il risultato della rielaborazione e dell'aggiustamento di libretti preesistenti: valga per tutti il caso del Don Giovanni, per più della metà rifacimento del Don Giovanni o sia il Convitato di pietra di Giovanni Bertati per la musica di Gazzaniga (Venezia, 1787). È nel presentarci insieme in un'edizione affidabile tutti questi libretti viennesi il pregio alto del lavoro di della Chà: possiamo infatti cogliere facilmente in essi - in tutti, dai più ai meno riusciti - la cifra comune del lavoro di Da Ponte, che è quella di uno "sceneggiatore" estremamente brillante e vivace, e di un verseggiatore di grande morbidezza e arguzia. Un'arguzia che tocca con grande souplesse anche la sfera sessuale. C'è chi ha pensato che certi maliziosi doppi sensi dei libretti "mozartiani" siano dovuti più al musicista che non al librettista: ma il confronto, per esempio, tra la maliziosissima aria di Zerlina per Masetto nel Don Giovanni (Vedrai carino, II 6) e le raccomandazioni di Bertoldino a Marcolfa e a Giletta nell'infelicissimo Bertoldo per la musica di Piticchio (1787: "Raccomando a voi, mia madre, / l'uccelletto di mio padre; / a te poi sorella cara / raccomando la somara, / raccomando la gallina, / e più assai la tua bellina / vezzosetta passerina / guarda ch'abbia ogni mattina / qualche cosa da beccar") mostra che anche in questo campo Da Ponte, amico più giovane di Casanova, non aveva alcun bisogno di suggeritori.
Renato Raffaelli
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