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Opportunamente i due curatori ricordano che "come ogni ‘ismo' il liberalismo è storicamente una ‘unità di idee' più che un'idea al singolare". Significa che vi sono stati e vi possono essere diversi modi di essere liberali. Con onestà intellettuale dichiarano il proprio modo di essere liberali: "La nostra antologia – scrivono – è orientata verso il liberalismo sociale". E ancora: "Gli autori che preferiamo sono quelli che ritengono che solo il principio dell'eguaglianza può garantire una effettiva e concreta libertà: se la libertà di scegliere deve essere effettiva gli individui devono essere messi in grado di realizzarla".
In questo senso l'intento civile prevale su quello analitico. Il viaggio nel liberalismo suggerito in questa antologia consente di cogliere il discrimine tra liberali e non liberali che è l'intangibilità delle libertà civili ma è orientato anche a delineare il profilo di un liberalismo più filosofico che economico che intende il mercato come "un'istituzione umana imperfetta come le altre".
Viviamo tempi in cui è auspicabile una ripresa dell'istanza sociale e dell'istanza etica del liberalismo. Da un lato il liberalismo sociale pone il problema del mercato che abbandonato a se stesso determina una condizione di forte squilibrio tra chi ha e chi non ha: di qui la necessità di "misure politiche di regolamentazione della distribuzione della ricchezza"; dall'altro il liberalismo etico gobettianamente ripropone "il mito autentico di un'Italia educata a dignità il mito di cittadini capaci di sacrificarsi alla vita della nazione perché capaci di governarsi senza dittatori e teocrazie".
Pietro Polito
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