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Le tecniche di procreazione assistita sollevano dilemmi morali che la riproduzione naturale ignorava. Se è ammessa la libertà di procreare, deve essere ammessa anche la libertà di ricorrere alla procreazione artificiale? Alla riproduzione artificiale può essere attribuita la stessa inviolabilità che caratterizza la riproduzione naturale?La possibilità di decidere se, come e quando avere un figlio non dovrebbe essere limitata se non di fronte a gravi motivazioni, e l'onere di dimostrare la fondatezza di una simile limitazione pesa su coloro che desiderano vietare. La libertà procreativa è espressione di quel bene inviolabile che è la libertà individuale, e non c'è alcuna differenza moralmente rilevante tra i casi in cui il godimento di tale libertà richiede l'intervento di tecniche biomediche e gli altri casi. La recente legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita restringe fortemente l'insieme delle persone che possono farvi ricorso, e pone in essere una situazione in cui la libertà procreativa artificiale è limitata, quasi cancellata, senza che esistano valide ragioni.
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