A cosa servono il potere dell'immaginazione, la determinazione e il coraggio? A realizzare il sogno di un bambino: diventare leggenda.
«Forse qualcosa cambia tra i campetti improvvisati di campagna e i migliori stadi del mondo, ma io sono sempre rimasto lo stesso. Io sono Franco Baresi. E sono nato così: libero.»
Questa storia comincia a Travagliato, nella campagna di Brescia, con un'infanzia scandita dal ritmo della vita contadina. Su quei campi Franco Baresi ha dato i primi calci al pallone e ha cominciato a inventare il gioco semplice ed elegante che l'ha reso un mito. A quattordici anni inizia l'avventura nel Milan, e non ne ha ancora compiuti diciotto quando esordisce in Serie A. Fin dall'inizio Baresi ha conosciuto il calcio del coraggio gentile, e qui racconta il suo viaggio attraverso le tappe di una carriera straordinaria, svela le emozioni che hanno accompagnato le brillanti vittorie e i momenti di crisi, ci fa vivere l'impresa epocale dei Mondiali '94, negli Stati Uniti, quando si riprese miracolosamente dopo un grave infortunio al ginocchio. Un lungo viaggio di libertà e passione, fino alla partita d'addio nell'ottobre del 1997 e il primo indimenticabile ritiro di una grande maglia del calcio italiano: la numero 6 del Milan.
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L'ho regalato a un'amica milanista che è letteralmente impazzita di gioia. Ringrazio Ibs che mi ha inviato in pochi giorni la copia autografata, La storia del Milan, la leggenda di un grande campione. Peccato per quel calcio di rigore a USA 94!!
La storia del grandissimo campione, bandiera rossonera! Immenso!
Storie di altri tempi. Uomini di altri tempi. Franco Baresi da Travagliato viene da una famiglia contadina della bassa Bresciana composta da padre, madre e cinque figli. Una famiglia in cui i due valori principali sono l'amore verso il prossimo e la dedizione al lavoro. A metà anni '70 tanti fatti importanti avvengono nella vita di Franco: dai più dolorosi come la scomparsa di entrambi i genitori, a quelli più dolci come i provini per il Milan fino all'approdo in maglia rossonera. Una adolescenza fatta di tante rinunce e di una vita lontana dagli affetti famigliari per inseguire, con tanta buona volontà, un futuro nel calcio professionistico. La grande maturità e l'immensa forza di volontà di Baresi, lo porteranno ad esordire in serie A ad appena 17 anni, a diventare il capitano del Diavolo a 22 e a vincere praticamente tutto in maglia rossonera fino al soffertissimo ritiro dal calcio, nel 1998, all'età di 38 anni. Tanti successi ma anche alcuni rimpianti come, il più importante, il rigore sbagliato e la conseguente sconfitta nella finale contro il Brasile durante i mondiali di USA '94. Un'autobiografia breve (appena 120 pagine) ma scritta con grande semplicità e senza troppi giri di parole. Una autobiografia che a tratti fa anche commuovere perché ci consegna un modello di uomo e calciatore ormai estremamente lontano dagli esempi di oggi che spesso basano tutto sull'apparire anziché sulla sostanza.
Un buon libro pieno di ricordi e molto istruttivo. Un esempio per i giovani