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Anno edizione: 2019
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Avevo sul tavolo, da giorni, un titolo sul libro che attirava il mio sguardo: "Liberi reclusi, storie di minori detenuti". E mi dicevo: faresti bene a leggerlo, dato che ti occupi di minori facendo la catechista in parrocchia. E non solo, molte volte mi sono chiesta cosa porta un minorenne a commettere azioni con conseguenze così gravi da finire in un "Istituto penale per i minorenni". Quali famiglie e quali comunità civili e religiose ci sono alle spalle? E' difficile trovare risposte a tutto. Un giorno mi sono decisa, devo leggere quel libro, lo devo a me e lo devo ai ragazzi con i quali sono a contatto. Scorrendo le pagine, capivo, comprendevo, a livello di ragionamento; mi venivano alla mente situazioni con le quali sono entrata in contatto e volti di alcuni ragazzi a rischio. Non voglio dare colpa ai genitori, ma a un tessuto circostante che, nel correre troppo per molti motivi, anche giusti, perde di vista l'essenziale, diventando superficiale e indifferente, per mancanza di tempo, per l'egoismo che si insinua in modo molto furtivo e silenzioso nelle persone. Quando l'ho finito di leggere, ho chiuso il libro e ho riflettuto: cosa posso o possiamo fare? Prima di tutto lo consiglierei di leggere con profonda convinzione ad ogni tipologia di educatori, dallo sport agli istituti scolastici e a tutti gli operatori che entrano a contatto con i pre-adolescenti e adolescenti nelle parrocchie e nelle amministrazioni comunali e soprattutto ai genitori, creando dei gruppi dove poterne parlare, confrontarsi. In un secondo momento lo proporrei ai gruppi (adolescenti, giovani e adulti) per leggerlo e discutere insieme, se non è possibile tutto, almeno alcune pagine. Conoscere per prevenire e sensibilizzare. Allora forse nasce l'aiuto e non il giudizio, la comprensione che porta anche alla condivisione a seconda delle proprie sensibilità. (Gladys Maria Tedesco in Borsato)
La libertà è, talvolta, una conquista difficile da capire. I ragazzi spesso non sanno cosa significhi essere liberi, presi dall'ansia di affermarsi non pensano ai diritti degli altri o agli effetti del loro agire, fanno e basta. Quando sbagliano dovremmo chiederci se sono loro sbagliati o sono la famiglia e la società che li circondano ad aver sbagliato nell'insegnare male (o per niente) il significato di Libertà. Gli Istituti penali dei minori servono a questo: a recuperare ed insegnare la responsabilità della libertà, come avviene ad esempio a Treviso dove Carlo Silvano ha raccolto testimonianze sia dai detenuti che dagli operatori che interagiscono con loro. "Liberi reclusi" racconta la personalità del sud-americano Pablo, la sfrontatezza del cocainomane Corrado, l'ambizione professionale di Giovanni che studia elettrotecnica, la spavalderia del piccolo Omar e la pazienza di Don Giorgio, il loro cappellano.
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