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Nel volume vengono affrontati i temi della censura e dell'espurgazione delle opere letterarie nel XVI secolo, che hanno riguardato e spesso hanno mutato il contenuto di tanti testi importanti, da Dante a Petrarca, Boccaccio, Castiglione, Aretino, Doni, Gelli e altri. Sulla base degli 'Indici', prima 'locali', poi universali, usciti in Italia, si ricostruiscono le norme definite dalla Chiesa per controllare la 'correttezza' della produzione letteraria, soprattutto prestando attenzione all'affermarsi, dopo l'Indice del 1564, della procedura dell'espurgazione, che poteva stravolgere il dettato delle opere originali, determinando edizioni spesso 'corrette' dai censori senza che il lettore ne fosse avvertito. Particolare attenzione è poi dedicata alle vicende di tre autori, Matteo Bandello, Giovan Battista Giraldi Cinthio e Nicolò Franco, le opere dei quali finiscono all'Indice per ragioni molto diverse tra loro, ma che consentono di evidenziare le varie e difficili situazioni in cui si trovavano a lavorare gli scrittori del Cinquecento.
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