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Libro ad alto livello psicologico, scritto benissimo. Simenon uno dei miei scrittori preferiti. Consigliatissimo.
Il romanzo è scritto in forma di lettera al giudice istruttore Ernest Coméliau da Charles Alavoine, condannato per aver ucciso la sua amante. Per spiegare il suo gesto, il narratore scrive una lunga lettera al giudice, l'unico che egli considera capace di comprenderlo. Riepiloga la sua vita dalla nascita: la famiglia, con un padre eccessivo, una madre attenta ma possessiva; i suoi studi di medicina, e la vita da medico di campagna; poi vedovo con due bambine, e risposato, ma in modo piuttosto infelice, con una donna di nome Armande. Durante questo matrimonio s’innamora di una ragazza dal passato burrascoso, Martine. La loro storia è fatta di passione, amore, condita anche di gelosia e possessività. Lui la picchia con violenza (che lei subisce con remissività e forse con piacere nascosto) frequentemente, e un giorno, esasperato, la uccide. Nella lettera l'uomo non si giustifica né tenta di spiegarsi ma racconta la propria vita, le proprie passioni ossessive, e l'omicidio. Un ultimo breve capitolo dice che lo stesso giorno in cui il giudice riceve la lettera Charles si è suicidato per avvelenamento nell'infermeria del carcere. Romanzo duro, spietato, angosciante, con i protagonisti in profonda sofferenza, da cui il lettore non è immune. Un po’ troppo cupo per esser digerito facilmente dl lettore. Rivela comunque lati oscuri e comportamenti violenti di noi esseri umani.
È il terzo romanzo che ho letto di Simenon ed è senza dubbio il migliore. Il monologo non lo rende noioso, ma accattivante e capace di scavare all’interno dell’animo umano, che col passare delle pagine e del racconto diviene quasi disturbante. Una lettura da fare e che apre la mente a la parte di animo più oscura.
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