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L'antologia di 24 racconti è corredata da illustrazioni elaborate dagli studenti del prof. Marcello Scalzo e il connubio tra immagini artistiche e invenzioni narrative è davvero efficace. Firenze, protagonista dello spazio in cui si succedono Apocalissi "bibliche" e Apocalissi "tecnologiche", ha come coprotagonista o, per meglio dire, avversario, il Tempo, una categoria narrativa che è alla base della creatività di Carlo Menzinger. Tutta Firenze viene stravolta, deformata, annichilita: dalla sua "non nascita" all'epoca di Catilina, dalla battaglia di Montaperti al falò delle vanità di savonaroliana memoria fino all'ultima tappa in "Collasso demotico", un destino feroce, sardonico, impietoso sposta la città, le nega vita, la sommerge d'acqua tramutandola in lago, ne cancella la memoria... La bellezza di questi racconti ha molte origini: prima di tutto l'acribia dell'Autore nella descrizione dei luoghi, il suo rigore scientifico che, se necessario nella letteratura di fantascienza, viene qui arricchito da una fantasia potentissima, la compresenza di crudeltà e di dolcezza (ad esempio nel racconto "Il Ritorno degli Inglesi"), la verve ironica (Casto il Rosso e Polluzione notturna), il ventaglio di emozioni che animano i personaggi... Si spazia dalla vendetta (11 settembre) all'eroismo, dalla presunzione alla fragilità inerme e tutto sembra voler dire che la Firenze culla dell'antropocentrismo rinascimentale è una colpevole illusione. Un monito. Dei due significati dell'Apocalisse sia come svelamento sia come fine tragica del Tempo, Carlo Menzinger offre al Lettore versioni bellissime, potenti, indimenticabili.
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