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Questo romanzo storico è a mio avviso piuttosto banale:non possiede alcuna caratteristica che gli consenta di emergere dalla massa.L'ambientazione è infatti superficiale e tra i personaggi nessuno arriva davvero al cuore del lettore;la sequela di vicissitudini di Fergus costituisce lo stimolo al proseguimento della lettura,ma non suscita un coinvolgimento profondo.Il libro è scritto bene,ma in maniera tutto sommato ordinaria e devo dire anche volgare.Molti episodi(compreso il finale)vengono chiusi troppo bruscamente;mentre troviamo a ogni piè sospinto frasette sul senso della vita che vorrebbero lasciare il segno,ma che in realtà non valgono un soòdo bucato.Il fatto che sia stato pubblicato in una collana prestigiosa come Einaudi Coralli mi lascia alquanto perplessa.
Questo è un eccezionale romanzo sugli emigranti che a più riprese lasciarono l’Irlanda, preda di spaventose carestie, nel corso del 19. secolo. Fergus è un ragazzo di quindici anni che vive sulle colline sopra Scariff. La “ruggine” delle patate significherà la morte per tutta la sua famiglia, e la fine di ogni stabilità nella sua misera vita. All’inizio della sua avventura, strappato a forza dalla capanna dove bruciano i corpi dei suoi cari, Fergus è soltanto uno tra i milioni di anime fragilissime ed inconsapevoli che andarono in polvere sotto la macina di un’epoca brutale e crudele. Man mano che le esperienze lasciano il segno, e la lotta per la sopravvivenza lo rende astuto e deciso, emerge anche una tenacia incredibile, e una particolare forza che gli deriva da un pensiero limpido, poetico e capace di sogni. Il viaggio avventuroso che lo porta in Inghilterra, a Liverpool e poi nei cantieri della ferrovia in Galles, e infine in Canada, è anche un percorso esistenziale potente, credibile, struggente. Fergus persegue la vita e l’amore, e la legge dei sogni è talmente forte che nemmeno l’ultima sconfitta riuscirà a piegarne lo spirito e la capacità di progettare il futuro. La narrazione di Peter Beherns slitta tra vari piani, dal realismo più credibile, alla fiammata lirica, al flusso di coscienza, con un linguaggio fluido che assomiglia ad una narrazione in prima persona. Il romanzo è uno di quelli destinati a lasciare il segno.
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