Lee Miller, musa di Man Ray, ma soprattutto professionista alla pari e pioniera del Surrealismo in fotografia Modella, fotografa, musa, prima donna reporter di guerra a documentare gli orrori dei campi di concentramento liberati dalle truppe americane, icona del Novecento. Lee Miller è stata tutto questo e molto di più, ha attraversato la vita con passione e determinazione. E la vita l'ha ricambiata con amore e amici, ma anche con dolore e riconoscimenti postumi o quanto meno tardivi. Attraverso circa 140 fotografie di Lee Miller e di Man Ray, alcuni oggetti d'arte e documenti video, con prestiti provenienti da Lee Miller Archives e Fondazione Marconi, Lee Miller - Man Ray. Fashion - Love - War intende rendere giustizia a questa donna, tanto bella quanto brillante e talentuosa, togliendola dall'ombra di Man Ray che l'ha sempre accompagnata per svelare il loro rapporto profondo quanto complicato in maniera più oggettiva: Man Ray, prima suo insegnante, poi amore e infine grande amico. Pubblicato in occasione dell'esposizione veneziana, il volume offre il giusto riconoscimento a Lee Miller, pioniera del surrealismo in fotografia, ponendola su un piano di parità con Man Ray, il cui lavoro tendeva a oscurarla sia in vita che negli anni a venire. Cuore del progetto è il rapporto tra Lee Miller e Man Ray - sbocciato a Parigi nel 1929 e terminato nel 1932 - con un focus sulle loro vite, carriere e relazioni in quel periodo; viene documentata l'ispirazione che entrambi esercitarono uno sul lavoro dell'altro, inclusa la tecnica fotografica della solarizzazione che Man Ray fece sua al punto che spesso sono stati erroneamente attributi a Ray i lavori di Miller. Vengono presentati anche i ritratti scattati da Man Ray degli amici e grandi protagonisti di quella stagione artistica: Max Ernst, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Jean Cocteau, Salvador Dalí e gli scatti surrealisti a Lee Miller nei quali cerca di indagare e rivelare la sua anima e i suoi tormenti. Curato dalla storica dell'arte britannica Victoria Noel-Johnson, il volume è corredato dei testi della curatrice, di Ami Bouhassane, co-direttore dei Lee Miller Archives (e nipote di Lee Miller) e Anthony Penrose (unico figlio di Lee Miller)
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