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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Peripezie che danno vita a un racconto ameno, pieno di grazia, «a una meraviglia di humour e di umanità, a un torrente d’ingegno e di ironia benevola non meno che implacabile» (F. Rico): e che ci invitano ancor oggi ad abbandonarci al puro piacere della lettura.
Sono passati quasi cinque secoli da quando è apparso questo inusitato, sconcertante romanzo, eppure lo stupore che proviamo nel leggerlo è lo stesso di allora. L’identità del suo autore resta avvolta nel mistero, ma una cosa è certa: nessuno prima di lui aveva mai osato tanto. Nessuno aveva avuto l’audacia di demolire tutti i modelli tradizionali e di trasformare il figlio di un mugnaio, Lázaro de Tormes, e la sua miseranda realtà quotidiana in materia di romanzo. Ed è Lázaro, per di più, a raccontarci in prima persona, con esplosiva verve, le indiavolate peripezie che ha passato prima di conquistare un posto nella pubblica amministrazione e l’agognato benessere. Rimasto orfano di padre, apprendiamo, è entrato al servizio di un astuto cieco, tanto abile nello spillare quattrini come guaritore quanto avaro, meschino e manesco. È a questa dura scuola che ha imparato a padroneggiare il gergo e i trucchi della malavita, e a non lasciarsi sopraffare, benché sempre più smunto e sfinito, dai padroni che si sarebbero succeduti: fra i quali spiccano, indimenticabili, un chierico che pare concentrare in sé «tutta la pitoccheria del mondo», un hidalgo che maschera dietro un’aria pomposa e soddisfatta la più nera miseria, e un impudente, ingegnosissimo spacciatore di indulgenze.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Le quattro edizioni stampate nel 1554 danno almeno in parte la misura del successo clamoroso che questa autobiografia apocrifa spagnola ebbe al crepuscolo del regno di Carlo V. Poco più di cinquanta pagine: poco per aspirare alla forma romanzesca, abbastanza per aprire le porte a un nuovo genere letterario, il picaresco, e per far narrare all'accattone Lazaro, con spirito solare, humour e ritmo senza pause, la storia della propria vita. Lazaro, figlio di un miserabile mugnaio dedito al furto e di una lavandaia, fa dapprima l'accompagnatore di un cieco, la cui apprende l'arte dell'astuzia, poi va a servire messa da un prete e a vagabondare con uno scudiero. Avrà ancora altri padroni, tra i quali un cappellano e uno spacciatore di bolle per l'indulgenza, prima di trovare il suo status sociale definitivo. Libro di vivida materialità e di ambienti sociali, di oppressioni e di furberie per eluderle, il "Lazarillo" è una lezione di felicità letteraria e di umanità che adesso Adelphi propone nell'edizione curata e fittamente annotata da Francisco Rico, massimo studioso del Siglo de Oro. La traduzione di Angelo Valastro Canale appassiona.
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