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Il tema della negoziazione e della gestione con persone disfunzionali è sempre stato molto discusso. Il punto principale di quando si cerca di dare una guida allo human resources è che il negoziatore deve essere messo nelle condizioni di operare in maniera sicura, comprendendo il proprio interlocutore, perché dispone di una serie di armi di difesa che sono proprie del professionista. Occorre pertanto fornire una guida pratica e nel contempo pregna di contenuti applicativi facili da carpire una volta appresi, tali da mettere al riparo chi li applica da eventuali brutte sorprese ovvero in grado di garantire risultati ripetibili nel tempo, proprio perché simili per dinamiche sociali e sovrastrutture. Non è decisamente il caso del libro "Lavorare con persone difficili per rookies" il cui titolo faceva presupporre un'autore consapevole di cosa significasse lavorare con persone difficili, come individuarle, quali caratteristiche possedessero, quali fossero i loro punti deboli e quali i punti di forza su cui fare leva per spingerli all'azione partecipativa. Il libro sembra essere un miscuglio di generi tra loro eterogenei, accomunati dal sentito dire più che dalla conoscenza effettiva. Non sono presenti esempi di natura pratica, analisi complete, dialoghi strutturati volti a comprendere quali azioni devono essere messe in campo per raggiungere i vari obiettivi prefissati. Un libro che non ragione di esistere, né tanto meno quella di essere letto. L'impegno scarso con cui è stato scritto, visibilmente dimostrato dalla lunghezza di appena 170 pagine, la lentezza nell'affrontare gli argomenti, la semplicità e talvolta superficialità con cui l'autore si cimenta nello scrivere, rendono questo manuale uno dei più inutili manuali sul management che abbia mai letto.
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