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È invecchiato benissimo. Avevo supper giù 10 anni quando è uscito, quando parla della fobia dei Piccoli Brividi parla della mia generazione e dei nostri maestri più miopi. Da far leggere ancora agli educatori e agli insegnanti.
Si fa un cattivo servizio sia a Denti che a Pennac, confrontando i due libri senza tener conto della diversità di genere dei due libri e dei cambiamenti storici nella riflessione sulla lettura e sui bambini (e sui bambini e la lettura) che sono avvenuti tra la generazione di Denti (nato nel 1924) e Daniel Pennac (che è nato esattamente vent’anni dopo). Le battaglie che si è fatto Denti, con una tenacia e una capacità pratica ammirevoli e necessari, con quelle di suoi coetanei, hanno offerto alla generazione di Pennac la possibilità di rivisitare con più leggerezza e ilarità un patrimonio di sapienza e di democrazia. Ricordo come mia madre mi desse da leggere Pennac, a partire dal suo Decalogo, e affinasse le sue scelte di educatrice tenendo sul comodino il libro di Denti. Oggi abbiamo bisogno più che mai di ricorrere agli scritti di Pennac, Denti, Lodi, Rodari (quest’ultimo reso innominabile dagli attacchi autoritari e ignorantelli che stiamo vivendo) e di tanti altri che sono stati dalla parte dei bambini e dei lettori.
Roberto Denti, che ha fondato nel 1972 la "Libreria dei ragazzi" di Milano, si occupa e si interessa di bambini e lettura da molto prima che Daniel Pennac scrivesse, nel 1992, il suo bellissimo saggio. In particolare Denti ha pubblicato, nel 1982, per gli Eeditori Riuniti, "Come far leggere i bambini", un saggio ricco di idee e riflessioni su bambini e lettura, e sulla mediazione - spesso inadeguata - degli adulti. Molte di queste idee somigliano a quelle che esprime Pennac, e si ritrovano, aggiornate, in "Lasciamoli leggere", che consiglio a chi fosse interessato all'argomento.
Recensioni
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Chi pensa che i ragazzi non leggano più perché istupiditi dalla televisione e guarda sconsolato i suoi Verne e Dumas che i figli si rifiutano di aprire, non capisce che sono cambiati i ritmi non solo di vita, ma anche di lettura e scrittura delle opere per ragazzi. Gli ingredienti tradizionali però - avventura, suspense, intreccio - sono presenti anche nei nuovi miti giovanili, dai libri-game ai "Piccoli brividi", e a questi miti il pubblico si entusiasma così come, un secolo fa, si entusiasmò per quel Pinocchio che tutti gli adulti perbenisti bandirono e che invece, ancora oggi, è il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e il Corano. L'invito di Denti è quindi quello di una maggiore fiducia nei loro gusti e nelle loro scelte, anche se potranno risultare in taluni casi discordanti con il nostro modo di pensare.
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