Compositore, pianista e fotografo: tre forme di espressione artistica, elencate in ordine rigorosamente alfabetico, che si riuniscono in una sola persona, ai massimi vertici qualitativi. E sono tre Arti che in Edoardo Brotto sono inevitabilmente interconnesse fra loro: le composizioni musicali sono direttamente collegate alle immagini della natura che lui prima “percepisce” e poi cattura con il suo obiettivo fotografico. Sono fonte di ispirazione e la sua musica ne descrive i colori e le forme. Ed infine il pianista traduce queste immagini articolandole in “suono”. Il pianista vicentino crea le sue composizioni improvvisando direttamente alla tastiera in tempo reale, a volte nello stile di alcuni grandi autori della storia della musica (e già questa è una virtù non indifferente che presuppone in ogni caso una profonda conoscenza della materia) e molto più spesso con una vena creativa originale ed unica. Il fatto è che le composizioni che nascono da queste “improvvisazioni” sono pagine di altissimo virtuosismo tecnico, oltreché spessore musicale, né più né meno che la musica dei compositori del passato che a volte le hanno in qualche modo ispirate. Parlando della musica nello specifico, posso semplicemente affermare con serenità che ogni brano è caratterizzato da difficoltà musicali e tecniche trascendentali. Si tratta di musica bellissima dove le arduità non sono fini a sé stesse o ad un mero virtuosismo, ma esclusivamente funzionali alla pura struttura musicale dei contenuti e delle vere e proprie immagini, “fotografate e sviluppate” dalla sua creatività. È, infine, musica tonale, ovvero comprensibile a tutti, ma per nulla banale: è una musica che si abbevera dei grandi classici, li metabolizza e ne ricava una luce nuova, di continuità, ma rivolta verso il futuro. Né manieristica, né irrispettosa, né tronfia o banale.
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