Cagliari, 1573. È quasi il crepuscolo quando alla porta di Miguel de Cervantes, giunto in Sardegna al soldo del viceré, bussa forte Pablo, un giovane che l'uomo ha preso sotto la propria ala. «Vi cercano» grida, «dovete scappare!» Sul cadavere di Felipe Dulces, un nobile cagliaritano, è appena stato ritrovato il pugnale moresco dello spagnolo e le guardie stanno venendo ad arrestarlo. Il movente potrebbe essere passionale, dato che Cervantes è l'amante della moglie del nobile. Manca però l'opportunità: i due si trovavano insieme, proprio in quella stanza, mentre l'uomo veniva ucciso. Ma Miguel non vuole compromettere la donna per scagionarsi, così si mette in fuga. Anche perché le prove a suo carico, come scopre dallo stesso viceré, sono consistenti: nella stanza della vittima è stato rinvenuto un documento falso dal quale si evincerebbe che Miguel avrebbe ottenuto dei benefici se avesse ucciso il Dulces. Inizia così l'appassionata e pericolosissima indagine di Cervantes e del fedele Pablo per scoprire la verità; saranno giorni d'avventura e paura, fughe rocambolesche, funzionari corrotti, lotte di potere e sette segrete, che renderanno indimenticabile il soggiorno di Miguel a Cagliari e che verranno resi immortali da alcune delle sue pagine più belle. Ciro Auriemma, come i narratori del passato, ci immerge completamente in questa storia lontana e tuttavia contemporanea, facendoci accarezzare per un attimo la grandezza di un antieroe dal profondo valore. )
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