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L'intreccio giallo è molto valido e la figura del protagonista è credibile. Quello che non mi convince del tutto sono i dialoghi, spesso poco verosimili o forzati. Non capisco se si tratta di un problema di traduzione o di una scelta stilistica dell'autore. Nel complesso si tratta comunque di un buon romanzo giallo
Il cadavere di un uomo viene rinvenuto disteso sul divano nella sua abitazione, con un pugnale a forma di croce conficcato nel petto e vicino una Bibbia lasciata aperta per mostrare alcune frasi sottolineate con il sangue e il nome di un santo siriaco appuntato di fianco. Il commissario Nevzat e i suoi assistenti andranno a scavare nel passato dell’uomo per capire l’accaduto trovandosi a fare i conti con la mafia di Istanbul e le origini del cristianesimo. Non amo i libri-mattone, l’ho sempre dichiarato e non lo posso certo negare ora. Faccio eccezione solo per alcuni autori che amo e d’ora in poi farò eccezione anche per Ahmet Ümit. La mia “avversione” per i libri molto lunghi deriva dal fatto che ci metto una vita a leggerli. In questo caso mi sono ricreduta. La storia mi ha talmente coinvolta, è stata così intensa e piena di colpi di scena da tenermi incollata alle pagine senza mai annoiarmi. Omicidi, credenze religiose, false identità. Ingredienti perfetti per uno straordinario thriller che unisce tante tematiche, svariati personaggi e numerosi intrecci che il lettore non può assolutamente prevedere. I capitoli sono piuttosto lunghi ma un buon equilibrio tra descrizioni e dialoghi fa risultare la lettura molto piacevole. Ho scoperto un autore contemporaneo di notevole spicco: Ahmet Ümit è il più importante autore di thriller/gialli della letteratura turca contemporanea e numerose delle sue opere sono state adattare per la televisione e il grande schermo. Da poco è uscito anche “La terra degli dèi perduti”, pubblicato dalla stessa casa editrice, lo leggerò presto. Ringrazio Giulia e tutto lo staff della casa editrice per la costante fiducia in me e per la copia omaggio ed approfitto per rinnovare i miei complimenti sull’incredibile lavoro svolto nel portare in Italia nuovi testi di autori turchi.
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