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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2007
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Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto, ma sicuramente non è stata una lettura semplice, specialmente all'inizio. Ci sono troppi personaggi appartenenti alle tre etnie, che compaiono contemporaneamente nella storia, quindi si fa fatica a tenere insieme i vari pezzi e collegarli tra di loro. Verso la fine del libro la storia si fa molto più scorrevole e appassionante ma diciamo che la trama è abbastanza scontata e la continua comparsa di folletti, ninfe e fantasmi lo rende una via di mezzo tra un fantasy e una raccolta di leggende. Bella l'atmosfera cubana e la storia della famiglia cinese, e soprattutto il personaggio di Amalia, misterioso e sfuggente. L'autrice ha avuto senz'altro grande fantasia ad intessere questa saga familiare cosi originale e fuori dagli schemi..
Un romanzo intriso - come gran parte della letteratura latino-americana - di "realismo magico": fenomeni inspiegabili, strane presenze, apparizioni, folletti. La storia si snoda tra le vicende di Amalia, una vecchia signora che ricostruisce le vicende della sua famiglia di origine in cui, generazione dopo generazione, si sono mischiate le tre etnie tipiche di Cuba (cinese, spagnola e africana) e quelle della profuga cubana Cecilia, la giovane giornalista cui la signora racconta la sua vita. Il libro è un po' zoppicante nel senso che i capitoli in cui si snoda il racconto di Amalia sono più riusciti e coinvolgenti di quelli che parlano di Cecilia. Su tutto comunque incombe Cuba con i suoi colori, la sua musica, i suoi sapori e affiora il dolore e la difficoltà degli esuli che da Miami rimpiangono e vorrebbero allo stesso tempo dimenticare l'isola in cui affondano le loro radici e dove non possono tornare.
io l'ho mollato a pagina 130. non mi è propria piaciuta la trama. lho trovato noioso e piatto. l' ho preso in biblioteca perchè pensavo fosse simile alla casa degli spiriti della allende che ho personalmente amato tantissimo...aimè non è stato così....peccato
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