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Un reportage pieno di umanità e colore, divertente e illuminante.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Chi si muove per il mondo per diletto si divide tra viaggiatori e turisti, e questo autore rientra orgogliosamente nella prima categoria, di coloro che si immergono nella vita quotidiana di un paese, più interessati alle persone che alla storia di un popolo. Va bene, è un punto di vista, e il libro è interessante e piacevole, ma che si liquidi la città di Yazd in 7 righe (dolce, torri del silenzio e gulash di cammello), quando ospita assoluti capolavori dell'arte islamica, a cui non viene dedicata una parola... beh, mi fa sentire orgogliosa di essere una turista, che ha avuto la fortuna di fare un tour in Iran e trovarlo uno dei paesi più interessanti e incredibili mai visitati.
La lettura è scorrevole e spesso anche piacevole e divertente. Ma il punto di vista è quello tipicamente occidentale. Ossessione per l'hijab, per il modo di vestire e per le restrizioni su festini e alcol. Nessuna menzione sulle criminali sanzioni imposte dall'occidente che da oltre 40 anni strangolano l'Iran creando difficoltà anche a far arrivare medicine.
Sedetevi comodi amici oggi vi porto a viaggiare in uno dei luoghi più affascinanti del Medio Oriente. Anzi, più precisamente, sarà Stephan Orth a farlo. Autore e giornalista pluripremiato, Stephan Orth indossa gli abiti di un couchsurfer per scoprire il cuore pulsante dell'Iran, al di là dei percorsi turistici in una vera e profonda immersione nella cultura locale. Resterà in Iran per ben 62 giorni, verrà ospitato da 22 persone e percorrerà quasi novemila Kilometri in queste terre misteriose piene di fascino ma conosciute purtroppo per le rigide regole. Afghanistan e Iran sono gli unici due paesi al mondo dove l'utilizzo dello hijab è obbligatorio in quanto imposto per legge. Un Paese in cui è in vigore la legge della Sharia, dove se sei un giornalista, non ti danno il visto per entrare e ti viene negato anche se sei in visita a trovare amici. Stephan Orth per fare questa esperienza di viaggio in questo Paese ha dovuto raccontare non tutta la verità alle autorità. È entrato in Iran dicendo di essere web designer e non un giornalista chiedendo un visto turistico e non lavorativo, e dando informazioni non vere riguardo agli alloggi. Il couchsurfer in Iran è vietato, la pratica di cercare alloggio presso abitazioni private è proibito per questioni di sicurezza. L'Iran quello autentico, lo puoi trovare in questo reportage che ha tutte le caratteristiche di un diario di viaggio. Darà consigli su come muoversi senza pericoli in questa terra, i cui abitanti sanno essere tra i più ospitali. ..continua nella 𝑷𝒂𝒈𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒏𝒔𝒕𝒂𝒈𝒓𝒂𝒎 @𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆.𝒄𝒐𝒏.𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂
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