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Deludente.Storie un pò banali, abbastanza uguali le une con le altre.Interessante il metodo usato della storia narrata e poi dell'analisi psicologica.Ma niente di più...Una narrazione scorrevole ma alla fine piuttosto noiosa.
Personalmente ho preferito "distacchi e altri addii" della Schelotto, questo libro mi ha dato qualche spunto interessante, ma per chi si fosse già trovata nella condizione di amante, o di moglie tradita, consiglio "se il tuo lui è sposato.... Istruzioni per l' uso".
Attraverso storie vere, raccontate con sapienza narrativa, la Schelotto deduce che le amanti soddisfano il complesso di Edipo, appropriandosi di un uomo (il papà) sottratto alla donna che lo accudisce (la mamma) e scelgono un amore impossibile per sottrarsi a quelli impossibili. I casi narrati, che hanno la forza icastica e descrittiva dei racconti, dilettano e ci insegnano ad avventurarci sempre più nei meandri dell’inconscio.
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Psicologa esperta di problemi della coppia, Gianna Schelotto dedica questo suo nuovo libro alla figura dell'amante, raccontando traversie private, carenze affettive e perduranti insicurezze di tutte quelle donne che, "per scelta di vita", finiscono con l'"inseguire un amore impossibile per paura di quelli possibili". L'autrice concentra la propria attenzione sulle persone che potrebbero definirsi "amanti per vocazione", privilegiando storie femminili perché "sono molto più numerose le donne che si gettano in lunghissime storie adultere" e perché sono "bravissime a inventarsi amori impossibili e a costruire sogni e progetti, senza capire che ad attrarle non è tanto l'amore quanto l'impossibilità di averlo". La tesi di fondo che soggiace a tutto il libro è che la ragione edipica, cioè l'inconscio desiderio di avere il papà-marito di un'altra donna tutto per sé, potrebbe essere la radice di queste storie di amori monchi, incompleti. Dietro la sofferenza e la confusione delle amanti, ci sarebbe anche un'antica e sommersa nostalgia per l'accoglienza, la protezione e il calore della madre. E' da questo miscuglio di emozioni che, secondo la Schelotto, nasce il bisogno di riaccendere fuochi d'amore che forse le madri hanno spento troppo presto.
Ecco quindi le storie di un'amante che non sapeva come votare al referendum sul divorzio pensando alla famiglia del suo "lui", anche perché quel solido matrimonio preesistente, lungi dall'essere un ostacolo, si rivelava la solida impalcatura su cui si era retta la sua relazione clandestina. Poi c'è la storia della donna che "ruba" i mariti delle altre e che da quelli viene fatalmente delusa nelle proprie aspettative e bisogni affettivi e che, pur di evitare delusioni ulteriori, si cala persino nel ruolo di baby-sitter dei figli dell'amato. Gianna Schelotto racconta anche l'amore tra un uomo austero e tutto d'un pezzo e una giovane ragazza, Chantal, entusiasta, vivace, indipendente. Una ragazza che arriva a inventarsi una gravidanza, una "bambina che non c'è", per vincolare a sé quell'uomo sposato da tempo il quale, credendo alla notizia, si dilegua lasciandola sola.
Se esiste un sottile filo rosso che tiene insieme queste storie, è la volontà di "bloccare la vita dell'altro" che in realtà si trasforma in "un modo di bloccare la propria", in un arresto inconsapevole di qualsiasi progetto di maturazione da parte delle amanti. E' così che molte donne diventano prigioniere di amori infelici perché hanno paura di vivere. E per questo tutte le protagoniste di E io tra di voi si aggrappano a illusioni, praticano l'autoinganno e, terrorizzate che si possa pronunciare la parola "fine", continuano a coltivare speranze ostinate e senza basi.
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