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Un libro da leggere, una storia da conoscere. Conoscevo a grandi linee la storia di Malala, ma avevo bisogno di sentire i particolari della sua vicenda. Certi atteggiamenti nei confronti delle donne, che indignano quando si sentono riferiti al passato, risultano totalmente incomprensibili e inaccettabili se riferiti a tempi recenti, anche se in luoghi lontani. Ma non si può far finta di non vedere. Conoscere è una necessità. Conoscere e diffondere la conoscenza è l'unica arma che abbiamo.
Storia intensa che insegna quanto la cultura sia elemento essenziale alla vita perchè offre la possibilità di sapersi porre liberamente di fronte alle più disparate situazioni. Una ragazzina con il coraggio di una donna che non punta i piedi solo per sè ma per tutte le donne - e gli uomini - affinchè lo studio possa essere garantito e custodito. Di quante Malala ancora avremo bisogno per cambiare qualcosa?
Autobiografia della giovane attivista pakistana, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2014, racconta la vita di Malala nata a Mingori nella regione dello Swat, circondata da estese vallate ed immersa nella natura più semplice e selvaggia. Fin da piccola nutre un amore ed una passione incondizionata verso ogni forma di cultura e coltiva un insaziabile sete d’istruzione e di scoperta del sapere. Le sue guide morali sono il padre, impegnato nella costruzione di una scuola, seppur in ristrettezze economiche e Benazir Bhutto primo ministro pakistano esempio dell’emancipazione femminile e speranza per un Pakistan più democratico. Seppur orgogliosa delle proprie radici e tradizioni pashtun, Malala è curiosa del mondo intero che la circonda. È amante dei film di Twilight e della musica pop occidentale. Il suo forte credo religioso e le sue preghiere e amore per Allah, non condizionano minimamente la sua indipendenza intellettuale e la sua autonomia come donna. Tutti i suoi sogni, la sua voglia di libertà verranno un giorno minate dall’arrivo delle forze talebane, intente ad eliminare ogni forma di libertà verso il popolo pakistano, soprattutto verso le donne. Malala seppur ragazzina oramai è un simbolo non solo per la sua gente ma anche per il mondo intero. Per questo subisce un vile attentato, la sua “vendetta” avverrà il 12 luglio 2013 al Palazzo di Vetro di New York, davanti ai potenti del pianeta, terrà un discorso memorabile per l’emancipazione femminile e per il diritto allo studio per ogni uomo. Malala è una piccola fiamma di una candela, difficile da spegnere, la fiamma della speranza e della giustizia.
Impressionante leggere la storia di qst ragazza pakistana quanto stiamo purtroppo sentendo le stesse tragiche notizie ora ai TG a qualche chilometro dal suo paese, cioè in Afghanistan.L'importanza dell'istruzione per le ragazze e il rispetto per le donne vanno sempre sostenuti.