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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2011
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Tanti racconti semi-surreali che si leggono con piacere e che richiedono un minimo di riflessione. Pungente.
Recensioni
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Una volta terminata la lettura, è il caso di tornare all'epigrafe di Carlo Pisacane posta in apertura ("Noi come matti, discordi, è vero, corriamo dietro un fantasma, ma corriamo), per riprendere fiato, per riemergere almeno un po' dal nichilismo esalato dal "piccolo paese" che "c'era una volta", come recita l'attacco di molti dei testi riuniti in questo ultimo volume di Ascanio Celestini. È una raccolta di pezzi brevi, alcuni dei quali già recitati in tv (ad esempio nel programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano Vieni via con me), altri inediti. Trentasette narrazioni in versi scioltissimi, nel tipico stile filastrocca dell'autore (tranne Vita breve di un sasso che precipita, in prosa, poetica cronaca metafisica di un "Dopostoria" in cui un bambino attraversa la campagna romana giocando con i sassi che incontra), più un prologo, un intermezzo e un epilogo dedicati all'ossessione della goccia che cade e inesorabile distrugge: basterebbe alzarsi e andare a chiudere il rubinetto, ma no, nessuno lo fa, e alla fine si "affoga serenamente". Io cammino in fila indiana perché si deve stare in fila, mai affiancati né in cerchio, perché nel cerchio si è tutti uguali, e poi partiti di governo dei mafiosi e dei corrotti, e un partito dell'opposizione "che non sarebbe mai andato al governo perché trovava più elegante passare le sue giornate a giocare a bridge e sorseggiare scotch nel salottino privato del Bar della Mafia in via della Corruzione", e poi metaforici topi, pidocchi, zanzare, umani impotenti, divorati dall'ansia, aggrappati a illusioni assurde: "Quando partecipo a una riunione, / mi siedo, tiro fuori la pistola e poggio sul tavolo. // È solo una tecnica, / la uso per vivere in pace coi miei simili". Ironia, tanta, trovate surreali, tantissime, ma tutto sempre più amaro. Come se in questo paese davvero qualunque cosa possa accadere, anzi, sia già accaduta. Però niente, "Sorridi, non è successo niente, la vita continua". Incapaci di scuotersi dal torpore.
Giuliana Olivero
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